10 luglio 2018

Sigaro Apuano 2018: La quadra per una cru di alta qualità

Ovviamente, essendo stato coinvolto nel progetto fin dall'inizio, ed avendo partecipato alla scelta del blend con i ragazzi del Cigar Club Apuano, sono inevitabilmente "di parte" nella valutazione del prodotto uscito da un paio di settimane sul mercato, anche se credo che la recensione che segue sia perfettamente oggettiva. Tuttavia, l'invito è sempre quello di verificare di persona, comprate anche un solo esemplare, o dividete una scatola da due con un amico, e diteci qui sotto cosa ne pensate. Prima di parlare della qualità e della degustazione, però, occorre spendere due parole sulla nascita di questo sigaro. Si tratta infatti della seconda (o terza se si considera quella con un'altra azienda, poi non andata a buon fine) esperienza in italia, in cui si fa un sigaro con la collaborazione del consumatore fin da principio. Non era mai stato fatto prima da un gruppo di appassionati, e ad oggi è stato fatto unicamente dal CC Apuano, e sono onorato di aver partecipato a tutti e tre i progetti fin dall'inizio.
Si tratta, come nel precedente sigaro uscito due anni fa, di una Cru, ovvero di tabacchi provenienti da un unico appezzamento, da cui sono state selezionate le foglie migliori. Il sigaro, realizzato dalla Compagnia Toscana Sigari, è un long filler, realizzato
totalmente a mano, con più di 24 mesi di invecchiamento. La nota aromatica a crudo è di intensità medio alta ma estremamente più fine e complessa rispetto a tabacchi più giovani, anche della stessa manifattura.
In fumata la nicotina è ben presente, ma ottimamente bilanciata da una complessa ed equilibrata paletta gusto-olfattiva, che lascia una sensazione al contempo intensa e piena, ma anche equilibrata e fine. Buona la progressione e l'evoluzione, lunga la persistenza. Il sigaro esprime le note "franche" tipiche della manifattura, ma con maggiore rotondità rispetto agli altri prodotti, ed anche al precedente sigaro Apuano. Al gusto è presente sempre presente l'amaro, ma meglio bilanciato da buona sapidità, e lievi note dolci e acide che rendono tutta la fumata più "smooth". Meno spigoloso, quindi, rispetto alla precedente versione. Il palato viene pervaso dalle note di legno, cuoio e spezie, che costituiscono la struttura portante dell'impianto organolettico. Si intercalano poi altre note di sfondo, che cambiano nel corso della fumata a partire da note di cacao e terra che compaiono in ingresso, fino alle note di spezie più intense, caffè e tostato sul finale.
Tutta la fumata è accompagnata da toni eterei, più verso il lieve balsamico in ingresso, a crescere verso il liquoroso sul finale.
Non assegno un punteggio alla fumata, perchè voglio che il sigaro venga valutato da chi lo fuma senza pregiudizi. Mi limito a rilevare come la qualità del prodotto, ricercata in ogni fase della produzione, possa essere facilmente desunta da fumatori di esperienza almeno media. Il sigaro però, al contrario del suo predecessore, risulta più fruibile ed apprezzabile anche per gli amatori. In linea di massima si sconsiglia, invece, ai neofiti.



Nessun commento:

Posta un commento