Da pochi giorni disponibile anche sul mercato italiano, la linea Lost Art, evoluzione del prensado (box pressed) di Alec Bradley, in commercio già da alcuni anni. Dai primi esemplari provati (in parte anche non disponibili in Italia), il sigaro presenta diversi punti a favore, rispetto alla vecchia linea.
Cominciando dalla costruzione, si nota una sezione che tende al rettangolare, al contrario della linea prensado che era più tendente al quadrato. Il sigaro risulta mediamente più pieno, nonostante questo i problemi di combustione, tipici del prensado vecchia linea, sono fortemente ridimensionati, anche se permane la necessità di qualche correzione, che rientra però nella casistica, direi quasi fisiologica, per i box pressed.
Altro grande passo in avanti si può evidenziare nella costanza qualitativa intra-linea, è noto infatti che alcuni formati del vecchio prensado, fossero più laschi e molto più leggeri rispetto ad altri, mentre in questa nuova linea al di la delle differenze intrinseche di formato, si nota un
filo conduttore comune in termini qualitativi ed organolettici, per tutti i prodotti.
La fumata si apre con toni di caffè, anomali per quanto gradevoli, in una fase iniziale di fumata, corroborati da note legnose e terrose, tipiche del Nicaragua, generosamente utilizzato nel blend di questo sigaro, Sui diametri più generosi compare anche una nota di cacao. L'ingresso è sapido e tendenzialmente dolce, rispetto al resto della fumata, una nota di cannella di sottofondo compare soprattutto nel churchill (non disponibile in Italia). La forza è media e il corpo medio intenso, nel primo tercio di fumata.
La fase centrale esprime sempre note terrose, aumenta l'acidità che contrasta la nota amaricante che pure cresce portando la paletta gustativa a completarsi nei 4 sapori primari. Compaiono toni aromatici di noce e un vago sentore affumicato, che può ricordare alla lontana il fire curing (sappiamo che AB non utilizza tale pratica quindi si tratta verosimilmente di una caratteristica del tabacco). l'intensità è sempre medio-alta, e anche la forza cresce su questo livello.
L'ultimo terzo si rafforza molto nella percezione nicotinica. Sui formati più lunghi (oltre al churchill anche il gran toro) è utile una degassificazione, per riequilibrare la nota amara, nel caso non gradiate il rafforzamento di quest'ultima sul finale. Compare una nota di pepe, e si rafforzano le altre comparse lunto la fumata. Nel Gran Toro compare anche una nota metallica, che scompare però rapidamente con la degassificazione.
Prendendo il robusto come benchmark del marchio, ad un prezzo unitario, sul mercato italiano, di 8,5 euro (+13% circa rispetto al parivitola della linea prensado di vecchia data), possiamo senz'altro dire che la Lost Art si colloca molto meglio nella sua fascia di prezzo, rispetto alla linea precedente, con un rapporto qualità/prezzo più che ragionevole.
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