Il titolo è ovviamente provocatorio, chi vi scrive presiede un club che si chiama "Slow Smoke Santerno" dove il fumo lento è parte integrante del nome dell'associazione, e il mondo di cui facciamo parte, come aficionados, viene spesso definito quello del fumo lento.
Ci hanno sempre insegnato che il sigaro va fumato il più lentamente possibile, e certamente quando questo concetto ha preso piede, forse il consiglio migliore, e più prudenziale, era quello giusto. Il concetto poi è stato estremizzato e mitizzato a tal punto da istituire vere e proprie gare di fumo lento, dove la fumata non è più la ricerca del piacere, ma semplicemente una mera gara cronometrica, dove vince chi, con fatica e puff al limte della percettibilità organolettica, ci mette più tempo a fumare un determinato sigaro.
Questo tipo di gare, pienamente legittimo, tengo a sottolinearlo, ad avviso di chi vi scrive, rientrano in quella componente ostentativa che pure è insita in una vasta fascia di fumatori, e che in piccola parte, forse, interessa un po' tutti.
Ma il consiglio di fumare lentamente, è sempre ed universalmente valido? sicuramente per un neofita lo è, per un fattore prudenziale, per lo stesso motivo per cui a un
neopatentato non si consente di guidare un'auto di potenza superiore a 95 CV. Il consiglio è altresì valido per tutta una serie di sigari, sia italiani che dell'area caraibica, soprattutto nella media fascia, che hanno struttura ed equilibrio di medio livello (o di basso livello). Ma un fumatore di lungo corso, o meglio, di buona esperienza (poichè il semplcie "fumare da tanto tempo" a volte non è sufficiente), può anche trascendere il concetto di fumo lento, intendendolo come approccio alla fumata e non necessariamente come ritmo di fumata, spingendosi nell'intensità e cadenza dei puff, fin dove ciascun sigaro lo consente.
Ovviamente non si parla di arrivare all'overpuffing, che è una delle tecniche per valutare l'equilibrio di un sigaro, stressandolo oltre il dovuto, ma di aumentare il "ritmo" in maniera ragionevole. Ecco che allora non è scandaloso se un robusto dura 40 minuti anzichè 50, ma per poter gustare più "avidamente" la fumata, occorre che il sigaro sia in grado di non scomporsi anche con un ritmo più intenso. Per contro, può essere necessario anche dover ridurre la velocità, se ci accorgiamo che il prodotto è particolarmente suscettibile ai puff intensi.
Per capire quale sia, per ciascun sigaro, il compromesso ottimale tra la velocità di fumata e l'appagamento che ne deriva è ovviamente necessario avere un po' di esperienza, sia generale, sia del sigaro specifico che si va a fumare. Anche se siete esperti, quindi, quando approcciate un nuovo sigaro, cercate di farlo sempre con un ritmo di fumata lento e cadenzato.
Si badi bene, l'approccio appena esposto, ed il titolo provocatorio, trascendono ma non sminuiscono il concetto di fumo lento, anzi lo nobilitano. In un contesto in cui la lentezza diventa addirittura un asettico parametro cronometrato da gara, credo che parlare di ritmo di fumata consono al sigaro, in relazione all'appagamento che vogliamo e possiamo raggiungere, sia pienamente inquadrato nel concetto più ampio di fumo lento. Non si tratta infatti di velocizzare la fumata perchè le si vuole dedicare meno tempo, ma di massimizzare il piacere che otteniamo da un prodotto, che deve però sempre essere degustato in un contesto di rilassatezza, e calma, per poterne godere a pieno e nella piena ricerca edonistica del piacere.
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