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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

07 agosto 2015

CAO Flathead 554, più intenso del "fratello maggiore" ma....


Dopo le critiche, legittime e assolutamente apprezzate, sulla mia recensione del Flathead 660, definita da alcuni troppo tranchant, ho deciso di dare una seconda possibilità alla nuova linea di CAO, fumando quello che da più parti mi è stato indicato come il miglior prodotto di questa produzione che si rifà, esteticamente, all'America On the Road degli anni 50: il Camshaft 554, un "robustone" oversize 140x54, box pressed e con la caratteristica testa completamente piatta.
Come spesso avviene (e sempre più frequentemente negli ultimi tempi) nelle linee caraibiche, anche di un certo livello qualitativo, i formati più grandi sono nel complesso
meno intensi rispetto a quelli di dimensioni minori, ed anche la linea Flathead di CAO non fa eccezione. La prima sensazione generalizzata è quella di una maggiore concentrazione ed intensità organolettica rispetto al 660.
Confermata la buona costruzione, la bella foglia di fascia, e gli aromi a crudo accattivanti, buona anche la meccanica di fumata.
Tuttavia la qualità delle sensazioni percepite non cambia nella sostanza, questo ovviamente conferma da un lato la costanza produttiva di CAO, che all'interno delle proprie linee presenta sempre un trait d'union che fidelizza il fumatore verso un certo tipo di fumata, dall'altro, nel caso di specie, ribadisce un livello di finezza e di equilibrio organolettico non eccellente.
Il livello di forza è medio alto, ma ad una fumata distratta può addirittura sembrare elevatissimo, poichè la paletta organolettica relativamente poco complessa non "impegna" troppo i sensi, e rende la percezione della nicotina più alta. Questo è forse quello che alcuni fumatori definiscono come "rusticità" della fumata, in cui la nicotina assume tratti di ruvidezza, cari più forse ai fumatori di toscano che a quelli di caraibici.
L'amaro si conferma il sapore dominante, ancora una volta poco compensato dall'acidità, la risultante è una fumata asciutta che richiama frequenti bevute per riequilibrare la bocca. Le note aromatiche dominanti sono anche in questo caso sbilanciate verso il cuoio ed il catrame/gomma (questa nota non sgradevole nel complesso), e mascherano i toni più lievi. Un sigaro che richiede una fumata a stomaco pieno, con un finale non lunghissimo ed una evoluzione non troppo spiccata (personalmente l'ho abbandonato all'inizio dell'ultimo tercio).
Migliore il giudizio complessivo, rispetto al 660, ma ancora non possiamo parlare di sigaro outstanding, sommando e soppesando ogni singolo parametro, cercando la maggiore oggettività possibile, ottengo un punteggio di 70/100, di appena un punto superiore rispetto al 660, in particolare così composto: 9/10 analisi a crudo e dinamica, 9/15 equilibrio, 10/15 complessità, 10/15 evoluzione, 12/15 persistenza, 9/15 finezza, 11/15 considerazioni finali (soprattutto in relazione al prezzo ragionevole per il formato).

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