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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

18 dicembre 2014

Annunciato il superamento dell'Embargo su Cuba: e ora?

L'annuncio quasi congiunto di Raul Castro e Barack Obama, pur con le dovute cautele nelle rispettive dichiarazioni, e con le opposizioni interne dei rispettivi paesi che già sollevano gli scudi, rilancia il quesito in realtà mai del tutto sopito tra gli aficionados: cosa accadrà dopo la fine delle barriere commerciali tra Cuba e gli Stati Uniti?
Nessuno di noi ha la sfera di cristallo, quindi si possono solo ipotizzare scenari futuri, anche sulla base delle esperienze passate, prendete quindi questo articolo come uno spunto di riflessione più che come una fonte di dati certi.
A memoria di chi vi scrive, l'odore di fine Embargo non è mai stato forte come oggi, nemmeno a fine anni 90, quando l'allora amministrazione Clinton mandò segnali distensivi alla Isla, e la contromossa sul piano sigarofilo fu quella di
"sfornare" nuove marche con l'intento di penetrare nel mercato USA, già saturo di marche-clone registrate con il medesimo nome dei brand cubani, ma prodotte in altri paesi del centroamerica.
Occorre però fare una premessa, per chiarire un punto su cui molti fanno ancora confusione, l'eventuale caduta dell'embargo non significa una concomitante caduta del regime cubano, e non precofigura necessariamente un ritorno alla gestione imprenditoriale, anche se, verosimilmente, il segnale della fine delle barriere commerciali ormai storiche tra Washington e L'Avana, pone le basi adeguate, nello scacchiere geopolitico, per un riassetto amministrativo della Isla nel lungo periodo.
Esistono quindi alcune ipotesi legate alla caduta dell'Embargo ed altre legate al cambio di governo di Cuba, con conseguente riapertura all'attività imprenditoriale privata.
Ribadiamo che non possiamo fare previsioni certe, ma solo supposizioni basate sulle elementari leggi economiche e sulla realtà del (più o meno) recente passato a Cuba. La fine dell'embargo, per quanto riguarda il mercato del sigaro, aprirebbe ad Habanos SA il più grande mercato mondiale, in termini di numero di pezzi consumati, ed è verosimile aspettarsi, come accadde tra il 1995 ed il 2000, il lancio di nuovi brand atti a conquistare una fetta di questo mercato. Nel complesso ci sarà anche da aspettarsi un'aumento della domanda, che può portare ad un aumento dei prezzi e/o ad un calo qualitativo dovuto a molteplici fattori, in primis la messa a coltura di nuovi terreni per la produzione di tabacco, che necessariamente non potranno essere, almeno per i primi anni, altrettanto performanti in termini qualitativi, rispetto alla Vuelta Abajo, secondariamente la necessità di produrre di più porterà nuovi e meno esperti torcedor a rollare sigari sui tavoli delle "galeras", come accadde tra il 1999 ed il 2002 a causa dell'espansione di mercato dopo l'accordo commerciale di Cubatabaco con Altadis. Per altro c'è da chiedersi se il calo qualitativo si rifletterà in egual misura su tutti i mercati o invece toccherà solo quelli dove gli habanos sono già affermati. Personalmente, dovendo scegliere se commercializzare sigari "meno perfetti" (per usare un eufemismo) in un nuovo mercato dove devo farmi pubblicità, o in un mercato in cui sono già affermato, non avrei grossi dubbi su dove "scaricare" le produzioni di serie B, considerando anche il fatto che gli americani sono forse meno abituati al gusto cubano ma trovano oggi in commercio sigari che mediamente hanno ben pochi difetti costruttivi e di combustione. Nel contesto generale c'è anche da aspettarsi un'intensificazione degli scambi di tabacco, già in essere ma mai ufficialmente dichiarati, tra Cuba ed altri paesi del centroamerica, portando tabacco "esotico" a Cuba, ma anche tabacco cubano in sigari del resto del Caribe (oggi c'è un divieto di importazione in USA anche sui prodotti che contengono parte della materia prima proveniente da cuba, che verrebbe a cadere nell'ipotesi di fine embargo).
Ipotesi ne idilliache ne catastrofiche quindi, che verosimilmente sposteranno in maniera graduale gli equilibri di mercato tra i diversi paesi produttori. Ad avviso di chi vi scrive la vera svolta per la Isla Grande arriverà nel medio-lungo periodo, quando il riassetto politico darà una spinta alla gestione imprenditoriale privata, ed eventualmente anche agli investimenti esteri a Cuba. Senza voler analizzare i possibili scenari nel dettaglio, immaginate di avere un box di sigari cubani con le caratteristiche costruttive del gruppo Davidoff, oppure la possibilità che una delle grandi famiglie produttrici di tabacco del centroamerica controlli l'intera filiera di produzione di foglie a cuba, per poi inserirle nei propri blend, o ancora che marchi di rilievo del panorama del caribe possano avvalersi di ampia scelta di tabacco cubano per creare nuovi sigari, o addirittura produrre linee composte da soli tabacchi cubani. In tutto questo speriamo di non "perdere" cuba, ovvero di non snaturare completamente quello che è il prodotto Habanos che abbiamo conosciuto fino ad oggi. C'è da aspettarsi che Altadis prenda il controllo della maggior parte dei marchi cubani esistenti, la speranza è che la gestione operativa resti in mano a chi possiede il know how, e non si disperda tra rampanti manager che guardano unicamente alla chiusura dei bilanci con alto utile. Sicuramente la differenziazione dei mercati porterà ad una più spinta variabilità qualitativa tra i diversi brand, con un'ampliamento della forbice di qualità e di prezzo tra l'alta gamma e il prodotto per il mass market.

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