Dopo alcuni giorni dall'uscita del nuovo Toscano Opera, finalmente arriviamo con la recensione di cigarblog. Di solito si parte con la recensione del sigaro per poi valutare il rapporto qualità/prezzo, in questo caso possiamo fin da subito ragionare del costo di questo prodotto, che se fosse venduto in confezioni di cartone dovrebbe ragionevolmente collocarsi tra il garibaldi e l'extravecchio, in virtù della qualità che esprime; il prezzo diventa interessante per via del confezionamento, tutto sommato accattivante, benchè identico a quello dell'originale 2007, ma che già all'epoca aveva riscosso un buon successo.
Il sigaro a crudo esprime toni di
fieno leggermente troppo spiccati per un fire cured, che lasciano presagire una fumata non troppo intensa a livello aromatico, benchè gli aromi in pre accensione, nel complesso, siano relativamente intensi, anche se non tipici del toscano "verace", e diversi anche dai toscani mild di buona struttura organolettica come il Soldati. Lo potremmo definire un sigaro impressionista, con l'accezione critica di Louis Leroy, quando vide per la prima volta i quadri dei pittori francesi di quel movimento, ritenendoli "un'impressione" della realtà, anche in questo caso si ha l'impressione di un sigaro toscano, ma credo che difficilmente ci sarà una successiva rivalutazione di questo sigaro, a differenza di quanto è accaduto per il movimento artistico.
Il sigaro parte abbastanza lieve, caratteristica di per se non negativa, che viene però penalizzata dalla scarsa evoluzione probabilmente dovuta alla "magrezza" del sigaro (in termini di differenza di diametro tra le cime e la pancia, e da cui il titolo che lo appella come fantasma del toscano). Il toscano, specialmente fatto a macchina, non può avvalersi di una disposizione delle foglie tale da conferire evoluzione, quindi la forma biconica fa si che almeno fino al centro il sigaro si rafforzi, salvo poi proseguire nella seconda metà, perchè nel frattempo l'autofiltrazione deposita composti lungo il cannone che poi vengono "rifumati" nel finale. Mancando una significativa differenza di diametro lungo il sigaro, purtroppo l'evoluzione è forse la caratteristica meno spiccata, questo rappresenta il problema maggiore dell'opera. Le note aromatiche inizialmente evanescenti vagamente eteree ed erbacee, si rafforzano un pochino e spuntano a tratti anche alcuni toni terrosi e legnosi riconducibili alla lontana al gusto toscano, troppo lievi per i palati abituati allo stortignaccolo di vecchio stampo. Il sapore è inizialmente dolce, ma la sapidità prende ben presto il sopravvento, fortunatamente affiancata da una leggera acidità che ne equilibra il gusto. Alla fine compare una nota amara associata a un vago sentore cartonato, forse dovuto all'assuefazione dei sensi per via della scarsa evoluzione, che rende impercettibili sul finale, tutte le altre note che pure permangono ma senza variazioni.
La qualità del tabacco non pare scadente, sicuramente migliore rispetto al Garibaldi, tuttavia il sigaro beneficerebbe di un riempimento leggermente più serrato, oltre che di una pancia più prominente come anticipato sopra. L'equilibrio organolettico è tutto sommato accettabile, pur nei limiti di una complessità non eclatante. Note positive il tiraggio e la combustione, sopra la media del marchio, negli esemplari testati finora. Si tratta di un sigaro relativamente facile da fumare, senza troppe pretese, senza difetti esagerati ma senza nemmeno virtù evidenti, è sicuramente un prodotto adatto ai neofiti, e non ai fumatori di lungo corso, che a seconda che amino la fumata corposa o leggera trovano valide alternativa di pari prezzo o meno care, nella gamma Toscano. Sicuramente il prezzo, del sigaro stand alone, lo renderebbe meno competitivo anche per i neofiti, ma la confezione più pregiata, specie in periodo prenatalizio, renderà sicuramente appetibile l'acquisto.
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