18 ottobre 2014

Che brutti questi Ambasciator Italico!


A intitolare così l’articolo farò di sicuro torto a qualcuno. E amen. Dopotutto non rappresento nessuno e “siccome viviamo in democrazia” mi sento in diritto di stroncare per ora senza nessuna pietà questi Ambasciatore Italico.  Massì, arrischiamoci pure a chiamarli sigari. 

Certo, qualche pregio lo hanno anche loro. La confezione non urta la vista, a differenza di molte della MST, e chi legge i miei scritti per questo blog sa quanto io ci tenga all’aspetto delle confezioni dei sigari. Quindi, 3 euro e 50 centesimi per una bella e sobria confezione si possono pur spendere,
contando che ci sono molti folli che spendono 20 euro per la bella confezione dei nuovi e fiammanti Toscani Opera. Il nome e certi fregi della confezione ricordano un po’ il ventennio del ducetto? E va beh, non facciamone in questo caso una questione di principio.



C’è ben altro per fare questioni di principio su questa specie di sigaro. Spacchettiamo la scatola dal cellophane, e apriamola. Fa subito capolino un odore lieve, erbaceo: non male. Facciamoci coraggio e cerchiamo di estrarre un ammezzato da fumare. E qui inizia il dramma. Eh sì, perché i sigari, belli cicciotti, più dei semplici Toscanelli della MST (ed è un pregio!) sono letteralmente compressi in una scatola che forse è troppo piccola per ospitarli.

Dopo aver fatto violenza alla scatola e ai sigari riusciamo a tirarne fuori uno, e di nuovo si palesa il dramma. Siamo di fronte a un ammezzato chiaro, ruvido, dal colore uniforme, con vistosissimi difetti che non ci vuole un fumatore di lungo corso per capire che sono difetti che si ripercuoteranno durante la fumata: rotture della fascia qua e là. Insospettito, tiro fuori anche gli altri e scopro che ad un altro la fascia è in più punti scollata, problema che condivide con un altro ancora; gli ultimi due invece sono sani. Insomma, tre esemplari su cinque si presentano davvero malissimo. Ma riprendiamoci il primo ammezzato estratto.



Al tatto, il riempimento pare regolare. Rigiratolo fra le dita, accendiamolo con tutte le cure. Ecco un altro dei pochi pregi della fumata: cenere bianca e compatta, almeno non cadrà sul cappotto, sporcandolo.

Anche il tiraggio pare regolare, salvo farsi sempre più costretto perché, per i difetti di costruzione, si formerà un bel cucchiaio che lo farà spegnere dopo dieci minuti: scadente combustione. E allora riaccendiamolo: meno male che il sapore non cambia, come invece accade con i Toscani.

I sapori sono acidi, asciutti, talora dolci. La forza è media. Ma la più grande pecca che ho riscontrato sta negli aromi, davvero sfuggenti e troppo sfumati, tanto che ancora adesso non saprei ben definirli.

Certo l’equilibrio di questo sigaro è ottimo: è piatto per tutta la durata della fumata senza picchi di qualità né sprofondamenti. E non facciamoci certo illusioni sulla complessità di un ammezzato del genere, né tantomeno sull’evoluzione che non esiterei a definire scarsa. Ne consegue una persistenza brevissima. Quanto alla finezza del sigaro, direi molto scadente.



Ora, non nego che molte delle mie affermazioni possano essere intese come delle spacconate senza senso. Forse lo sono, ma sono anche dettate dall’indignazione per la situazione presente. In questi ultimi mesi molti sono molto scontenti della condotta dell’MST e tendono ad aspettare con attesa messianica qualsiasi prodotto che non sia MST, e forse è il caso di questo sigaro. Sta di fatto che questo sigaro è arrivato, e a me appunto pare che, già solo per il fatto che è arrivato e non è targato MST, sia stato tanto osannato.

Sia per il biglietto da visita (cioè la costruzione dei sigari di questa scatola) sia per la fumata stessa (davvero da non ripetere) mi sentirei di non ricomprarli più, però voci di corridoio parlano molto bene degli esemplari interi che usciranno nella primavera del 2015, e io mi sento di dare comunque un’altra possibilità a questi sigari. Tanto più che il marchio è giovane e fra consumatori molti parlano di partite venute male (come la mia, coi difetti che ho detto) e partite venute bene, che danno ottime fumate.

E non dimentico anche che può essere un sigaro adatto ai neofiti, può insegnar loro la meccanica di fumata e, in definitiva, può essere una palestra per imparare a fumare sigari più impegnativi in futuro.

Però, trovarsi di fronte a una costanza produttiva così incostante non fa mai piacere, soprattutto a chi ormai è un fumatore esperto. E di fronte a taglienti critiche come le mie, non c’è bisogno di accapigliarsi o indignarsi ma confrontarsi, e cercare di capire cosa non è funzionato in questa ed altre scatole di ammezzati. 

STEFANO VITTORI

1 commento:

  1. io ne ho fumati da più scatole ormai, e devo dire che, pur confermando il packaging non esaltante, e anche la bellezza dei sigari non al top, per il loro prezzo, nella loro relativa semplicità hanno ragion d'essere nella fascia bassa di mercato. Certo non possiamo paragonarli ai presiente... ma nella lotta col toscanello di pari prezzo e pari formato vincono a mani basse.

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