Non è più il tempo di far proselitismo. Già altri, e
brillantemente, hanno dato picconate al politically
correct tentando di convertire legioni di salutisti ai tanto decantati
piaceri del fumo lento (ma anche a quello veloce delle sigarette). Sono rimasti
mulini contro cui combattere?
In realtà sì. Ci si ostina a
proporre l’immagine
del fumatore di sigaro come di un fumatore solitario, un saggio che fumando sa considerare con distacco uomini, cose e soprattutto la sua stessa persona, per parafrasare le parole di J.P. Kauffmann, giornalista e scrittore francese. Tutto questo è molto poetico, e forse anche molto vero. Ma c’è di più.
del fumatore di sigaro come di un fumatore solitario, un saggio che fumando sa considerare con distacco uomini, cose e soprattutto la sua stessa persona, per parafrasare le parole di J.P. Kauffmann, giornalista e scrittore francese. Tutto questo è molto poetico, e forse anche molto vero. Ma c’è di più.
Sempre restando in ambito
francese un cantautore, Yves Simon, si spinge addirittura a dirci che il sigaro
rappresenta per lui la solitudine tranquilla, dove quel che gli capita fuori
non è un’attrazione né una sofferenza, i pensieri gli restano dentro come buoni
compagni che lo aiutano a trovare rimedio alle grane.
E ci sarebbe ancora uno
stuolo di citazioni che battono questo sentiero. Quanti però sono usciti dal
sentiero e hanno riflettuto sul carattere aggregativo del sigaro? Ben pochi. Se
davvero vogliamo dar retta a George Sand quando dice che il sigaro lenisce il
dolore e rende l’ozio soave e leggero, cosa ci impedisce di riferire queste
parole non più a un fumatore solitario ma a un gruppo di amici che si trovano
magari il venerdì sera a ricordare con nostalgia i bei tempi andati?
Niente e nessuno ce lo
impedisce, semmai ce lo conferma la Storia. Non già, per esempio, perché in antica
Grecia si riunissero alla sera a banchettare e discutere di temi anche
filosofici in compagnia di un buon sigaro che non potevano conoscere. Lo
facevano semmai in compagnia di un buon vino.
Qualcosa di simile accadeva
in tempi relativamente recenti col caffè, e penso anche ai caffè letterari che
costellano tutto l’Illuminismo. Tante persone si riunivano intorno a dei
tavolini, bevendo caffè e partorendo idee.
Vino e caffè, due prodotti
che si possono benissimo consumare in solitudine: nessuno mai vi arresterà per
questo. Eppure già la Storia sembra suggerirci che vino e caffè, se consumati
in buona compagnia, hanno fatto un gran
servizio all’umanità.
Sostituite a vino e caffè un
buon sigaro, ai greci e agli illuministi una buona compagnia di amici ed ecco
fatto. Per una buona e feconda conversazione gli ingredienti ci sono tutti; il gran servizio all’umanità è un altro
discorso.
Ed infine ricordate che nessuno
mai vi arresterà per aver abbinato a un buon sigaro, un buon vino o un buon
caffè.
Ben scritto!
RispondiEliminaBravo Bravo Bravo😉
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