Buongiorno a tutti i lettori del Cigar Blog, Questo è il mio primo articolo, e per questo faccio una piccola presentazione. Mi chiamo Balconi Giorgio, ho 24 anni, abito nella verde provincia di Monza e faccio il cuoco. Il mio viaggio nel mondo dei Sigari inizia circa 3 anni fa, quando un po’ per gioco e un po’ per curiosità, ho iniziato a fumare i Sigari Toscani. Non sono mai stato un fumatore di sigarette quindi ho fatto un po’ di fatica a iniziare, soprattutto non avendo punti di riferimento nel mondo dei puros. Fiero di fumare il Sigaro del “Tricolore”, ho sempre snobbato i sigari caraibici pensando ai quei pazzi disposti a spendere più di 10euro per fumare, e fiero delle mie scelte nazionali, fumavo solo toscani. La mia “vita” è cambiata quando 2 anni fa per scherzo, sono andato dal mio amico tabaccaio di fiducia a rifornirmi dei miei amati toscani.
Fatto il rifornimento settimanale, ho visto nel suo walk-in tutte le scatole di Sigari caraibici e spinto dalla curiosità del momento, mi sono fatto consigliare un sigaro cubano per provarne il fumo. Il tabaccaio senza esitazione, mi ha dato un Siglo 1 di Cohiba dicendomi che è la marca più prestigiosa a Cuba. Esco dalla tabaccheria, lo accendo, faccio un puff, mi blocco e penso: “cosa mi sono perso fino ad oggi!!!”.La mia concezione sui sigari cambia completamente, da un toscanofilo agguerrito mi trovo davanti un mondo tutto nuovo e dalle aspettative emozionanti.
Così nel tempo ho iniziato a comprare scatole di sigari cubani (che ritenevo una volta i migliori in assoluto) e humidor sempre più grandi per conservare al meglio il mio “tesoro”.Tutto cambia nuovamente quando per pura fortuna, conosco su internet Cristian del Cigar Club di Bergamo e riesco a partecipare successivamente al corso “Connaisseur de Cigares”.Il corso mi ha permesso finalmente di comprendere a pieno il mondo del tabacco, e per questo devo ringraziare soprattutto i docenti del corso: Simone Fazio e Cristian Di Lemma, la loro conoscenza nel campo dei sigari sembra non avere confini.
Con il passare del tempo e con molta più esperienza alle spalle, ho scoperto che fuori da Cuba esistono signori Sigari che non hanno niente da invidiare ai loro cugini Cubani. Secondo me, non bisogna escludere dalla propria “dieta” di Sigari, prodotti che provengono da altre regioni del mondo, perché non si avrebbe una visione a 360° del mondo dei puros con tutte le sue possibili variabili e sfumature.
Volendo fare un paragone, sarebbe come fissarsi solo su determinati vini di una singola regione, ritenendoli i migliori con la conseguenza di escludere tutti gli altri.Pe nso che qualsiasi sommelier possa confermare che c'è molto da scoprire , infatti in base alla scelta della pianta, del territorio e della lavorazione, si possono ottenere moltissimi prodotti di qualità paragonabile, ma diversissimi tra loro.
Ritengo che i Sigari cubani siano ottimi, ma fissarsi su di essi non permette di far crescere le proprie conoscenze e preclude nuove emozioni. Da quando ho finito il corso, con ogni sigaro che fumo, completo la scheda di degustazione e la archivio. Con il tempo ho notato che molti aromi sia a crudo, sia in fumata, sono difficili se non impossibili da trovare nei Sigari Cubani. Alcuni aromi infatti possono svilupparsi solo con determinate varietà di tabacco, di climi, di lavorazioni e fermentazioni diverse (non per questo ritenute di minor qualità).Ci sono così tante nazioni che producono Sigari nel mondo: Repubblica Dominicana, Nicaragua, Honduras, Cuba, Perù, Messico…pensate di averle provate tutte per affermare senza alcun dubbio che i Sigari cubani siano i migliori e i vostri preferiti tra tutti?
Io ogni volta che entro in una tabaccheria nuova, dico sempre al tabaccaio: “dammi un sigaro per ogni linea di ogni marca non cubana (eccetto i Davidoff che si possono reperire facilmente e sono una produzione piuttosto standard). In questo modo, ho la possibilità di provare sempre linee e marche diverse dai profumi unici nel loro genere. Una delle mie ultime “scoperte” sono i Sigari di Oliva, marca già famosa e rinomata per le sue linee molto diverse tra loro e di qualità eccellente. Ho avuto modo di provare la serie V e G, notando con grande sorpresa, quanto possono variare i profumi in base ai tipi di tabacco usati nei blend di ogni linea. La linea V è semplicemente fantastica e la posso mettere senza ombra di dubbio nella top10 dei miei sigari preferiti: un aroma pieno, una forza media e, come spesso fuori da cuba, una costruzione perfetta. La serie O invece è leggermente meno forte, leggermente meno aromatica e con una fumata più fresca e meno impegnativa della serie V, ma pur sempre una buona fumata. La serie G non sono ancora riuscito a provarla, ma non mi scapperà a lungo!
Questo anche per dire che un Sigaro non puro, non deve essere inteso come meno “pregiato” rispetto agli altri (anche se la presenza di Sigari puri in alcune linee di marche prestigiose non cubane è un segno di “maggiore” qualità), perché l’uso di blend di tabacchi di più provenienze può dare la possibilità alle marche di produrre Sigari con aromi diversi (come ad esempio Oliva serie V G O) che sarebbero più difficili da ottenere con i soli tabacchi autoctoni, sia per sopperire a carenze di tabacco di alta qualità in alcuni periodi di magra (e quindi avere una produzione più regolare).
Purtroppo il più grande problema dei Sigari extra-cubani è la mancanza di informazioni sui tabacchi e di linee guida per ogni prodotto. Possiamo subito rendercene conto, guardando quanto si conosce dei cubani per quanto riguarda marche, edizioni limitate, caratteristiche di ogni Sigaro…praticamente tutti le conoscono e su internet si trovano ovunque.
Purtroppo fuori da cuba questo non esiste, tutto è più vago, alcune marche sono ingiustamente sottovalutate solo perché nessuno ce ne ha mai parlato prima, e per avere informazioni a riguardo bisogna visitare siti americani. Su questo, Habanos, ha svolto un grande lavoro di marketing, e assieme all’alta qualità dei suoi prodotti, è riuscita a creare un punto di riferimento nel mondo dei sigari.
Non vorrei far pensare che io stia sminuendo i puros cubani, (infatti ho praticamente più di 250cubani e solo 50 extracubani sfusi nei miei humidor, perché sto ancora cercando di farmi un'idea delle scatole migliori da acquistare), vorrei solo spingere i lettori a non fossilizzarsi sui propri pregiudizi, e provare nuove “emozioni” con qualche altro prodotto “diverso” dalla normale routine.
Vi ringrazio per l’attenzione dedicatami in questa presentazione un po’ lunga
I prossimi articoli saranno schede di degustazione, PROMESSO!
benvenuto su Cigar Blog!! ;) aspettiamo le schede !!
RispondiEliminaBenvenuto Giorgio!
RispondiEliminaIn primis grazie per i complimenti, non li merito, la sconfinata sapienza del mondo del sigaro....lasciamola ad altri ;) noi siamo dei semplici "amatori" come amava definirli il grande Zino Davidoff.
Mi complimento invece con te per l'ottima riflessione che fai e che condivido nella quasi totalità, il paragone tra vini e sigari è calzante, nessun sommelier si sognerebbe di scegliere esclusivamente una regione di produzione....comunque il mondo del sigaro è bello così, ognuno dice la sua, si discute se ne parl, ma alla fine si fuma tutti allegramente insieme, come hai potuto sperimentare con noi in questi mesi!
Benvenuto ancora tra noi!
Ciao A tutti e buona domenica.
RispondiEliminal'articolo è interessante (per me) per 3 ordini di motovi.
Il primo è che in Italia il pubblico degli aficionados si sta ampliando e sta coinvolgendo fascie di età anche under 30. L'esempio e le esperienze di Giorgio poi sono ammirevoli in un'epoca in cui molti giovani sono allo sbando per quanto attiene al rapporto con il tabacco, arrivando alla fine a "pipare" da congegni elettronici.
Il secondo è che in Italia, ancora, si parla dei cubani come gli unici sigari possibili: molti clubs sono ancora e soltanto cubanofili, snobbando qualsiasi altra produzione intererssante. Tutto ciò innesca per i prodotti extracuba, una guerra al ribasso sui prezzi, tralasciando le informazioni sul prodotto, che pure sarebbero interessanti. L'esempio di Giorgio sui sigari Oliva è interessante se si pensa che nessuno oramai si ricorda, nè menziona, il sig. Oliva, la cui storia sarebbe giusta premessa per la descrizione del prodotto. E' come se volessimo discutere di una ferrari senza conoscere la storia, le passioni e i dolori di Enzo Ferrari. Assurdo!
Il terzo è legato ad una considerazione: il Cigar Club di Bergamo, ad oggi, è l'unico club italiano capace
di attrarre a sè e di dar voce agli aficionados italiani che amano il sigaro in se, per la sua qualità, ed al di là della provenienza. Perciò complimenti!
Benvenuto anche qua su cigarbblog grande Giorgio
RispondiEliminaCiao Giorgio,
RispondiEliminaè sempre bello leggere le sincere storie di chi coltiva e cura una passione in comune.
Concordo in pieno con il percorso degusto-conoscitivo che ti sei prefisso; è utile ed interessante spaziare nel vastissimo panorama delle fumate.
Bella.
RispondiEliminaAnche se gli Oliva V e O sono dei Puros. Il G ha la capa Cameroon, ma resta il concetto che esprimi, che potendo scegliere tra tabacchi di diverse nazioni si possono ottenere grandi sigari, come sta capitando ad Alec Bradley.
Di Club in giro ce ne sono, di capaci. Molti ancora legati a Diadema, che li ha fatti nascere.
MA ultimamente la qualità dei cubani è in discesa e buoni sigari extracubani non sono apprezzati.
Ciao, gazie del complimento.
RispondiEliminaHo scelto di prendere come esempio Oliva perchè mi è piacuta particolarmente.
Con Oliva volevo evidenziare come riesca a ottenere sigari puri (V-O) eccezionali e allo stesso tempo nella linea G (con blend) a creare prodotti validissimi anche se non puri.
Per sottolineare il discorso dei puros, probabilmente avrei dovuto scegliere come esempio CAO, che con le sue linee crea sigari diversissimi tra loro.