16 luglio 2011

Embargo e sigari: una storia cubana


Narra la storia, che nel 1962, l’amatissimo presidente J.F.Kennedy, spedì in tutta fretta il suo fidato consigliere e portavoce Pierre Salinger a Cuba, per procurargli più di mille Petit Upmann di H.Upmann, di cui era appassionato e circa diecimila panatelas. Quando Salinger, il giorno dopo si presentò  dal presidente con il prezioso carico, Kennedy diede il via alle pratiche per l’embargo più famoso e discusso di tutti i tempi, “el bloqueo” il decreto di embargo totale verso tutti i prodotti cubani.
Lo stesso non potettero fare i suoi compatrioti aficionados, che di punto in bianco si trovarono privati,tranne che per minime quantità, dei preziosi havana e dovettero adattare il proprio palato verso altri sigari caraibici, che sia a livello organolettico che di manifattura, avevano sostanziali differenze con i “cugini” cubani.
L’embargo fu un colpo durissimo per l’economia cubana, che poggiava in gran parte sull’export del sigaro.  A causa della rivoluzione si passò da una produzione di circa 250 milioni di sigari prodotti l’anno a circa 30 milioni, il governo razionalizzò la produzione e tagliò da circa 1000 tra marchi e varietà a poco meno di 40, molti produttori proprietari di fabbriche espropriate da Castro fuggirono dall’isola e intrapresero in stati limitrofi una produzione parallela, spesso utilizzando lo stesso nome dei marchi dei quali erano proprietari a Cuba, comunque l’industria del sigaro risentì per anni di un periodo di crisi e di susseguente assestamento.
Gli effetti dell’embargo statunitense furono per il mondo del sigaro uno sconvolgimento veramente epocale. L’immenso mercato statunitense,di blocco virò bruscamente verso le manifatture dominicane e honduregne, poi in seguito verso quelle nicaraguensi, il risultato ovvio fu un bombardamento di sigari e vitole di qualità scadente che portò tra l’altro un drastico taglio degli acquirenti statunitensi e soprattutto un cambio netto dei gusti che nel tempo avrebbe influito anche il mercato oltre oceano, dove il consumo di vitola di altri stati caraibici era destinato nel tempo a salire vertiginosamente.
Gli ultimi risvolti geopolitici, sembrano orientati verso un prossimo sblocco dell’embrago verso Cuba.
E’ infatti dell’Ottobre 2010, una mozione delle Nazioni Unite, approvata quasi all’unanimità che chiedeva la cessazione  dell’embargo.
Tanti appassionati si chiedono ora che effetti avrà in futuro l’eventuale cessazione dell’embargo, visto che l’industria del sigaro cubano sarà destinata a fronteggiare l’enorme e sopito mercato statunitense oltre che il nuovo e rampante mercato cinese, con la scommessa di preservare qualità e peculiarità storicamente note agli aficionados.

1 commento:

  1. un primo effetto già visto in passato alla fine degli anni 90 e anche negli ultimi tempi, è la produzione di nuove marche o linee da parte di cuba, col chiaro intento di aggredire il mercato statuntense in caso di fine embargo, poichè molte delle marche cubane sono registrate sul mercato USA da altri produttori.

    RispondiElimina