17 settembre 2012

Leggere un sigaro

Usiamo un'espressione metaforica per ritornare su un argomento trattato in post ormai lontani. Ossia, il connubio tra sigaro e lettura.
Se, tuttavia, in altri post abbiamo consigliato letture "manualistiche", con questo breve, quasi provocatorio, post vogliamo suggerire di unire una degustazione del nostro sigaro preferito ad un altro piacere altrettanto "elitario" come la lettura: un matrimonio tra due hobbies che presuppongono entrambi concentrazione e, al tempo stesso, in una sorta di ossimoro, relax. Due concetti che nel mondo moderno sembrano sfuggirci, impegnati come siamo nel consumo compulsivo sia dei piaceri sensoriali che dell'informazione.
In realtà, le due cose non si escludono a vicenda: non ce ne vogliamo i puristi (e ci si passi il gioco di parole), quando si dice che una fumata attenta esclude qualsiasi altra attività. Certo, il sigaro va "ascoltato", coccolato, vezzeggiato anche, ma una fumata soddisfacente, per ogni tipo di aficionado, potrebbe benissimo includere la lettura di un buon libro. Decisamente non si può pensare a leggere un trattato filosofico o un testo tecnico, ma certamente, ci permettiamo di suggerire, un classico od un libro di poesie potrebbero valorizzare le sensazioni olfattive e i recettori del piacere che tanta soddisfazione danno durante la fumata.
Qualche buon consiglio ci arriva da vari amici in rete... Si comincia dalla lettura dei classici ottocenteschi, che spesso con il loro ritmo lento e avvincente permettono di rilassarsi appieno, senza seguire un filo troppo complesso. Del resto, molti scrittori, come più volte abbiamo visto, componevano, in questo secolo, tra un sigaro e l'altro: si pensi ad Alexandre Dumas, del quale testi come I tre moschettieri o Il Conte di Montecristo sono ottimi da "gustare" con un puro.
Anche la poesia, con i suoi ritmi meditativi, è una buona "ancella" al sigaro. Personalmente, chi scrive ha più volte assaporato il piacere di un sigaro con la lettura di un classico della poesia: dal ritmo ironico e meditato del latino Orazio, peraltro tenace assertore dei piaceri del buon vivere, alla più meditativa poesia di Eugenio Montale, che alternava alle sigarette i sigari svizzeri di Brissago e che celebrò in una poesia dedicata all'amata Drusilla:

Mi abituerò a sentirti o a decifrarti
nel ticchettio della telescrivente,
nel volubile fumo dei miei sigari
di Brissago.

Non è poi risaputo che nelle fabbriche cubane i torcedores vengono "nutriti" di letture?
Insomma, letture e sigari sono una possibile, felice coppia che potrebbe ulteriormente distrarre l'aficionado dal "logorìo della vita moderna", come recitava un ormai classico slogan televisivo.
Meditiamo, accendiamo il nostro sigaro e apriamo un libro. Qualcosa di buono verrà fuori di certo...

2 commenti:

  1. Grande articolo Antò!!! come sempre!! in realtà i "puristi" possono contrapporre ben poche argomentazioni a quanto hai scritto, a meno che per purista non intendiamo qualcuno che fuma un sigaro abbinando solo acqua minerale... se otteniamo piacere da un abbinamento, sia esso enogastronomico, quindi strettamente legato al gusto, oppure musica o lettura, portiamo il nostro cervello a distrarsi dalla concentrazione pura sul sigaro e su ciò che abbiniamo, per ottenere un piacere piu alto dalla liaison dei due. :)

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