Se si analizza il percorso della Compagnia Toscana Sigari, dalla sua nascita ad oggi, si noteranno sicuramente delle scelte particolari, sulle tempistiche di immissione sul mercato dei diversi prodotti. Scelte che connotano, ad avviso di chi vi scrive, la chiara impronta verso la qualità che l'azienda ha voluto dare a se stessa.
La logica infatti imporrebbe una partenza "soft" con un sigaro entry level per un pubblico ampio, CTS è partita invece con un long filler (prima scorciato poi intero) di carattere, adatto a un pubblico di estimatori, e solamente a due anni dall'ingresso sul mercato è arrivato un sigaro (lo stortignaccolo) teso ad ampliare anche ad una fascia di consumatori più ampia il portfolio aziendale.
L'ultimo "passo" in questa direzione, non prima di aver immesso sul mercato due top di gamma come la Spingarda e l'Orciolo, è stato il lancio del Mastro Tornabuoni Affinato, che pur mantnendosi su uno standard di qualità elevata, si rivolge a un pubblico di fumatori che ama il sigaro più elegante, meno intenso rispetto all'MTB long.
Se l'intensità e la persistenza sono le parole chiave del Long Filler, la complessità e la finezza lo sono per l'Affinato, ovviamente in un contesto di fumata Kentucky Fire Cured.
Il sigaro è composto da una selezione di Kentucky della Valtiberina,così come il Long, ma da gradi più leggeri rispetto a quest'ultimo. La stagionatura minima è di 12 mesi, e si tratta di un sigaro long filler così come il "fratello maggiore". La confezione da due ha un prezzo di 6,80 euro (il 10% in più rispetto al Long).
A crudo si distingue l'ormai netta nota di affumicatura CTS, associata al legno e una punta di
pepato, Aromi nitidi e intensi, ma allo stesso tempo "puliti", come nel resto della gamma della manifattura.
Sin dall'accensione si nota la differenza rispetto al Long, con un ingresso più mild, la componente amara è sempre presente (e al netto degli aromatizzati, diffiderei di un sigaro di Kentucky Fire Cured che non presenta questa nota), ma non dominante. Si nota fin da subito un range gustativo completo nei quattro sapori primari, in ingresso domina leggermente la sapidità, ma gli altri tre sapori fanno da contraltare sullo sfondo rendendo una buona eleganza palatale in questa fase. La componente aromatica a crudo è estremamente lineare e coerente con quella in fumata (cosa non scontata in un sigaro, sia nella gamma CTS che in altri marchi), si avvertono infatti sia i toni legnosi che il pepe, affiancati da note terrose. La forza è media.
Il sigaro procede con un lieve incremento di forza, senza mai sconfinare su livelli elevati per tutto il corso della fumata, gli aromi terrosi tendono a scomparire verso la metà, lasciando spazio a note di gomma naturale e frutta secca a guscio, per poi virare su note tostate e di caffè sul finale. La gamma gustativa si mantiene sui quattro sapori primari per tutta la fumata, affiancati a tratti da una nota leggermente piccante. Il loro equilibrio però varia, la sapidità dominante iniziale, lascia per un breve periodo il "comando" al dolce, poco prima di metà fumata, per poi virare su una predominanza amara, ma non sgradevole, verso il finale; l'acidità si mantiene sullo sfondo, ma è sempre presente, ad assicurare una buona salivazione e quindi una fumata che non risulta mai asciutta.
La combustione è regolare, e anche la costruzione è decisamente ben riuscita, almeno negli esemplari fumati da chi vi scrive. Questo aspetto, non trascurabile, è sintomo sia della "maturità" aziendale di CTS, che ha fortemente ridotto gli iniziali difetti di costruzione e tiraggio delle prime produzioni, ma anche del differente grado di tabacchi utilizzato, che sicuramente assicura una migliore combustibilità generale. Si consiglia, come per tutti i sigari del marchio, una conservazione a umidità inferiore al 60%, con un optimum del 50-55%.
In definitiva, un prodotto ben riuscito (ma oramai ci siamo abituati!!), che aggiunge un tassello importante ad una gamma di prodotti che oramai è in grado di soddisfare diverse categorie di fumatori, senza rinunciare alla qualità.
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