17 agosto 2017

Ashton: da realtà consolidata, a marchio dinamico, cogliendo nuove sfide senza abbandonare la tradizione


Abbiamo recentemente parlato del Paradiso Quintessence, che segna, ad avviso di chi vi scrive, la maturità della collaborazione tra Ashton e My Father, nonchè la miglior fusione delle due filosofie di prodotto. Quella tradizionale Ashton, di impostazione dominicana, con l'influenza di Fuente, e quella Nicaraguense, che ha un degno rappresentante in Don Pepìn Garcia (ricordiamo che il marchio Ashton si appoggia storicamente a Fuente per la produzione dominicana, e che già da diversi anni ha aperto le porte al Nicaragua, stringendo una collaborazione con Don Pepin, nella fabbrica My Father di Estelì).
Tuttavia, per i fumatori di lungo corso, Ashton non nasce ieri, è un marchio con più di 30 anni di storia, di cui almeno 20 nel gotha del sigaro premium, e che ci ha regalato sigari di livello, sin da quando la produzione di sigari al di fuori di Cuba era ben lontana dalla competitività a cui siamo abituati oggi.
Il Virgin Sun Grown, lanciato alla fine degli anni 90, e da me fumato nei primi anni 2000, ha segnato la prma significativa svolta verso
l'alta qualità, ed ha segnato, a mio avviso una rivoluzione sia personale che generalizzata nel panorama del sigaro dominicano. La Repubblica Dominicana è stato l'unico paese, che alla fine degli anni 90 era produttivamente "maturo" e politicamente abbastanza stabile, e che ha saputo cavalcare il boom del mercato dell'epoca, diventando di fatto il primo produttore di sigari premium, tuttavia, in quel frangente e per alcuni anni a venire, la connotazione dei prodotti dominicani, è sempre stata abbastanza standardizzata verso sigari di forza media o medio leggera, ampia ma non intensissima gamma aromatica, e ottima costruzione. Solo di recente possiamo vedere una più ampia diffusione del blend, un ampliamento della selezione varietale interna, e una apertura verso registri aromatici più intensi, verso i quali il Nicaragua, che invece sta conoscendo negli ultimi anni il suo boom, sta orientando una parte consistente del mercato.

Ashton ha fatto da precursore a questo approccio, creando un sigaro dominicano (il VSG), 20 anni fa, di filosofia completamente diversa rispetto allo "standard" di quel paese in quegli anni. E qui entra la "rivoluzione" a livello personale: in un'epoca in cui il mercato italiano offriva sostanzialmente solo pochi habanos e qualche entry level caraibico, oppure sigari extracuba di alta gamma ma anche molto cari, e in cui il ragionamento che andava per la maggiore era "fumo caraibico solo se mi costa meno di un habano" il VSG è stata una piccola rivoluzione, che proponeva a prezzi simili ai parivitola habanos un prodotto che offriva una qualità comparabile ma su registri organolettici differenti.
Questo aspetto, apparentemente (e sempre più) scontato al giorno d'oggi, non lo era nei primi anni 2000, e posso senz'altro affermare che il VSG è uno dei pochi sigari che mi ha convinto in assoluto a continuare l'esplorazione del mondo dei puros al di fuori di Cuba.

Per alcuni anni, il marchio si è consolidato con i propri "must", senza novità rilevanti dal punto di vista della variabilità tangibile di prodotto (la linea Heritage, che pure vanta la collaborazione della famiglia Meerapfel, oltre che di Fuente,  "affina" alcune note e una concezione di prodotto già presenti nel brand). La nuova spinta inizia per il ventennale del marchio, con il lancio della linea Estate Sun Grown, che possiamo definire "l'OpusX" di Ashton, un top di gamma che ancora oggi non ha rivali nell'offerta di questo marchio. Questo prodotto, unitamente all'entrata di Sathya Levin (figlio del fondatore del marchio Robert) al timone dell'azienda, ha impresso al marchio un nuovo ritmo, più dinamico rispetto al passato, che ha portato alla creazione dei nuovi marchi studiati con My Father in Nicaragua (Paradiso e La Aroma del Caribe, che in USA sono venduti come San Cristobal e La Aroma de Cuba), ma anche di nuove linee di assoluta qualità nel main brand, come la Simmetry.
Se pensiamo oggi ad Ashton, nel suo complesso, possiamo dire che sia un marchio abbastanza completo, in grado di soddisfare più tipi di palato, che ha saputo forse prima di altri grandi nomi dominicani, cavalcare l'innovazione e la spinta dettata dal Nicaragua, senza abbandonare i capisaldi che hanno reso grande il nome Ashton in passato.

1 commento: