06 agosto 2015

Il sacro legame Maestro-Discepolo - Come prendere per mano un neofita

Spesso ci si chiede quali siano i consigli giusti da dare ad un potenziale neofita per introdurlo il meglio possibile a questo mondo particolare e complicato, e in questo articolo credo di poter dare risposta a tale interrogativo.
Provate a domandarvi, in questo istante, cosa rispondereste se vi ponessero di fronte ad una questione del genere.

Probabilmente sciorinereste qualche aneddoto sui vostri primi tentativi, lo mettereste in guardia dai prodotti che vi hanno deluso, e vi porreste come depositari unici di una verità assoluta, che non esiste affatto.
Non sentitevi attaccati, è normale che sia così. Ma è sbagliato. Erroneamente, si commetterebbe la violenza di non lasciare libero l’individuo, ottenendo lo stesso risultato di
un papà apprensivo che, quando toglie le ruotine dalla bici del pupetto, lo intabarra con casco, ginocchiere, sospensorio e scafandro.

Vi regalo anche io un aneddoto. Ero ad uno dei miei primi corsi di pittura, e mi avevano detto che per fare la luna non potevo applicare direttamente il giallo sul nero, ma avrei dovuto stendere prima una base più scura. Lo feci, ma non ne capii il motivo. Continuava ad aleggiarmi in testa quel pensiero, e così, alla lezione successiva, provai detto metodo “vietato”. Il risultato fu un disastro. Ma avevo concretamente testato la verità di quello che sembrava essere un assioma ridicolo e limitante. Galileo sarebbe stato orgoglioso di me.
Dobbiamo uscire da questo istinto protettivo, la paura fa bene e non va eliminata. Così il padre che accompagna la sua prole in bicicletta deve lasciarla libera di sperimentare, cadere, spaccarsi i timpani a furia di piangere, e tornare in sella. Non siamo automi, e dobbiamo creare un ambiente salutare per i nostri successori. E in questo ambiente, che vi piaccia o no, ci deve essere anche una dose accettabile di ansia e agitazione. Così nel fumo lento.

Sapete quante volte ho sentito illuminati che demonizzavano gli aromatizzati, offendevano chi li fumava e poi “lasciavano liberi di prendere le proprie decisioni”? Così sì che ci si sente svincolati. Sapete quante volte ho sopportato uomini che pontificavano sulla forza dei sigari (“È ancora troppo presto per l'Antico!”) e poi difficilmente riuscivano a reggere un EV? E quindi come fa un individuo a essere veramente libero?
Ricordate che chi vi chiede dei consigli, vi considera un mentore, e non potete proiettare su di loro i vostri limiti, come fanno i padri degeneri la domenica sugli spalti al campetto dei figli. Quelli che non sanno fare due palleggi ma che, guarda caso, venivano in gioventù considerati i nuovi Maradona, e che per questo invitano i figli di 9 anni a “falciare l’avversario”, come repressione dei loro sogni infranti.

E allora cerchiamo di arrivare al dunque. Come potete immaginare, il mio trasporto nel cercare di trasmettere questi messaggi, sacrosanti almeno per me, sono dovuti ad esperienze nemmeno troppo lontane. E mi sento di poterne parlare perché sono un toscanofilo da abbastanza tempo per non essere più considerato novizio, e da troppo poco per poter invece sembrare esperto.
Il processo di conoscimento dei sigari è un iter lungo e delicato, che prevede delle tappe obbligatorie. In primo luogo il Maestro, in senso socratico, deve presentare tutto ciò che il mercato ha da offrire. Dopodiché, è necessario domandare alla nuova promessa cosa lo ispiri, da cosa vorrebbe cominciare.

“Vorrei provare una scatola di Verde Limoncello!” – bestemmiate pure, se volete, ma fatelo interiormente. Fatevi forza, abbozzate un sorriso e sostenetelo in questa decisione, perché per voi è blasfemia, per lui una scelta importante. Il primo sigaro non sarà mai il sigaro della vita, così come la prima infatuazione sui banchi delle elementari non ti porterà mai al matrimonio. Un aromatizzato, che spesso viene giudicato un sigaro poco serio, ha perso valore nella vostra cultura dopo che avete scoperto altri storti, non prima!
Vuole approcciarsi con un Antica Riserva, un Selected o un Moro? Lasciatelo fare! Mettetelo in guardia sulla loro carica nicotinica, spiegategli un minimo dei processi manifatturieri, ma se persevera fatevi da parte. Quando gli comincerà a girare la testa, allora gli potrete dire: “Te l’avevo detto”. Ma è indispensabile non interferire con le normali esperienze fisiologiche.

Un neofita ha bisogno di un amico, che non si pone su un piedistallo, ma al suo livello. Ha bisogno di consigli, non di imposizioni. Di esperienze dirette, non di qualcuno che le abbia fatte al suo posto.
Ridimensionate le vostre certezze, dimenticatevi dell'ortodossia, dove il Mascagni è sterco e l'Originale è oro. Forse lo imparerà, ma a sue - e solo sue - spese.
Non siate iperprotettivi, ma lasciate il giusto spazio a nuovi tentativi. Mettete sempre in guardia da eventuali rischi, ma senza mai essere pedanti. Siate aperti, mai prevenuti.
Ma soprattutto, fatelo sempre rialzare dalle sue cadute. Perché è un mondo troppo bello per abbandonarlo al primo incidente. Perché con il casco non ci si fa male, ma coi capelli al vento si vive.

8 commenti:

  1. Ho sempre pensato che la cosa migliore nel rapportarsi a un neofita (in tutti i campi, salvo che si corrano seri rischi. Ad es. la guida) sia consigliare in coscienza ció che si ritiene meglio, senza ritenersi depositari di veritá assolute, che non esistono. Fumare il sigaro non é pericoloso, né cosí difficile: é giusto che ognuno faccia le proprie esperienze, ma i consigli vanno dati, a mio avviso. Sennó, a che serve al neofita rapportarsi con qualcuno piú esperto? Per citare il tuo esempio del toscanello aromatizzato, tutto sta nel dire "a me fa schifo e non posso consigliartelo", invece che "é sbagliato che tu lo fumi perché quel sigaro fa schifo": nel secondo caso ci si erige a depositari di veritá oggettive, nel primo si dá un consiglio in coscienza.

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    1. In realtà dipende più dall'esperto che dal neofita, anzitutto definiamo esperto: non è sufficiente fumare da tanti anni per essere tale, occorre avere basi minime di degustazione e mettere da parte, soprattutto nei confronti del neofita i propri gusti personali.
      In secondo luogo, occorre dare al neofita gli strumenti per capire da solo cosa gli piace e cosa no, quindi consigliare specifici prodotti, o categorie di prodotti, è da evitare, si può fare con un fumatore esperto che ha già un suo gusto formato, ma farlo con un neofita, dicendogli "fuma questo che è eccellente" rischia solo di creare confusione, nel caso il sigaro non sia di suo gradimento. Occorre sempre evitare di assurgere alla figura di "guru" in qualsiasi campo, non solo in quello del sigaro, il ruolo di guida non deve essere quello di leader indiscutibile, non esistono depositari della ferità, soprattutto nell'ambito del gusto. Esistono, si dei punti fermi, dei dati oggettivi, ma costituiscono, come ho detto, delle basi da cui partire, non dei punti di arrivo.

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  2. Zap, il 90% dei fumatori non é esperto nel senso in cui lo intendi tu... Uno che vuole iniziare a chi vuoi che chieda consiglio? A uno che fuma da piú tempo e che, in questo senso, é piú esperto, non necessariamente esperto tout court... É piú dannoso uno che dá consigli soggettivi, ma in coscienza, o uno che crede di essere oggettivo senza esserlo?
    Tanto poi, giustamente, ognuno fa quello che vuole: nel dubbio, io preferisco consigliare in base ai miei gusti, senza farli passare per oggettivi...

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    1. Se tu fossi un novizio, e chiedessi a qualcuno più esperto di te in senso lato, e lui ti desse la sua opinione, tu la prenderesti per buona, come è poi normale che sia.
      È un po' il succo di Gaber quando canta Non insegnate ai bambini.
      Dire: "questo è ottimo, questo è merda" che reazione vuoi che porti? Se un ragazzo pende dalle tue labbra, lo vai a condizionare. Ed avrà la stessa tua opinione.
      un po' come il catechismo, dai :-)

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  3. A mio modo di vedere, non c'é alcun modo di porsi in maniera oggettiva... A prescindere dalla buona volontá, i propri gusti traspaiono sempre. Tanto vale dichiararlo pertamente e in coscienza... Io ho aiutato a iniziare a fumare un sacco di gente (soprattutto la pipa) in questi anni, online ma soprattutto offline: ce ne fosse uno che fuma ancora quello che fumo io.... Spesso chi comincia ha semplicemente bisogno di condivisione, di complicitá, piú che di una vera e propria guida...

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    1. Attenzione... un conto è se te lo chiede lui. Un conto se parte da te.
      Nel primo caso nessun problema, nel secondo anche la Psicologia ti dice che hai sbagliato.
      Il mio consiglio rimane sempre quello: presentagli la gamma, fatti dire quello da cui vorrebbe partire, eventualmente mettilo in guardia da eventuali problematiche, ma se non demorde, fallo schiantare contro al muro della consapevolezza. Se no immagazzina informazioni che non ha testato, cosi da risultare prive di significato diretto ;)

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  4. Ah sicuro! Sono i neofiti che si approcciano a me, fidati! Io non ho alcun intento didascalico, mai... :-))))

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