Fig. 1: Estensione ipotetica delle
specie Nicotiana
selvatiche (Nicotiana glauca e rustica), desertiche,
e
domesticate (Nicotiana tabacum) dall’America
Centrale al Nord America. (Winter;
2000)
|
Diamo oggi il benvenuto a un nuovo Guest Author, Jacopo Niccolò Cerasoni,
il quale ci proporrà un interessante excursus in più "puntate" sulla
storia del tabacco, dalle origini ai giorni nostri.
Scoperta Occidentale del
Tabacco
Nel 1753 Carl Linnaeus fu il primo a tentare un’identificazione botanica di un genere di piante particolare, le Solanaceae Nicotiana, a cui appartengono varie specie; tra le quali il nostro amato tabacco. In Philosophia Botanica, Linnaeus descrisse quattro specie differenti di Nicotiana, tutte originarie delle Americhe. Fra tutte le specie conosciute la più importante, sia economicamente che socialmente, è sicuramente la Nicotiana tabacum; la pianta che oggi identifichiamo come tabacco, usato per la produzioni di sigari, trinciati e molto altro. Solo negl’ultimi secoli si è scoperto che esistono più di 70 specie di Nicotiana e che attraverso mutazioni genetiche causate da ibridazioni e riproduzioni artificiali si è riusciti a creare una vasta gamma di tabacchi (Virginia, Kentucky…) che, pur essendo così diversi fra loro, sono tutti parte della stessa specie, N. tabacum.
Nel 1753 Carl Linnaeus fu il primo a tentare un’identificazione botanica di un genere di piante particolare, le Solanaceae Nicotiana, a cui appartengono varie specie; tra le quali il nostro amato tabacco. In Philosophia Botanica, Linnaeus descrisse quattro specie differenti di Nicotiana, tutte originarie delle Americhe. Fra tutte le specie conosciute la più importante, sia economicamente che socialmente, è sicuramente la Nicotiana tabacum; la pianta che oggi identifichiamo come tabacco, usato per la produzioni di sigari, trinciati e molto altro. Solo negl’ultimi secoli si è scoperto che esistono più di 70 specie di Nicotiana e che attraverso mutazioni genetiche causate da ibridazioni e riproduzioni artificiali si è riusciti a creare una vasta gamma di tabacchi (Virginia, Kentucky…) che, pur essendo così diversi fra loro, sono tutti parte della stessa specie, N. tabacum.
Ibridazione
e Domesticazione pre-Maya (IX-IV Sec. A.C.)
Uno
studio biogeografico condotto da Pickersgill (2007) riporta che il tabacco
moderno (N. tabacum) è il risultato di
un’ibridazione indotta attraverso la domesticazione di due
specie diverse (N. sylvestris e probabilmente N. tomentosiformis) che avvenne sulla catena
montuosa delle Ande, tra la Bolivia e l’Argentina del Nord. Ancor prima delle
prime colonizzazioni Spagnole nelle Americhe, il tabacco era commerciato ben oltre i suoi limiti originali, passando dalla Mesoamerica e arrivando fino alle foreste del Nord America non più tardi del IV Sec. A.C. (Fig. 1).
Seppur
nato in Sud America, il tabacco vide la sua prima domesticazione da parte
dell’uomo intorno all’anno 8200 A.C., dove un popolo Maya, i Popol Voh, riuscì a domesticare e
piantare una prima specie di tabacco indigeno su Isla Grande, un’isola
vulcanica nel Golfo di Fonseca. I più antichi resti paleobotanici (residui
fossili di piante presenti nei sedimenti) di N. tabacum mai ritrovati provengono invece da Chiripa, sul Lago
Titicaca, dove alcuni semi di tabacco furono datati fra il 1500 ed il 1000 A.C..
Sfortunatamente i resti rinvenuti erano in quantità insufficienti per provare
un uso shamanistico o rituale del tabacco.
Fig. 2: Ceramica Maya. Prima evidenza fisica
dell'utilizzo del tabacco in culture antiche.
Collezione Kislak, Librerai del
Congresso,
United States Library of Congress
|
I
Maya e la Produzione Industriale
(300 A.C. – 900 D.C.)
Le
prime fonti certe che abbiamo dell’utilizzo del tabacco in scala considerevole provengono
dalla cultura Maya (Fig. 2), la quale cominciò ad usare il tabacco in modo
intensivo per lo più intorno al cd. Periodo Classico Maya (300-900 D.C.). Il tabacco
veniva utilizzato durante rituali e cerimonie, in virtù delle sue proprietà
psicoattive e narcotiche, ma anche durante pratiche mediche, per la
purificazione del corpo dalle energie negative. Come spiega Groark, in Mexican Journal of Ethnobiology (2010),
la prima forma di tabacco mai utilizzata consisteva probabilmente in tabacco
macinato in polvere con l’aggiunta di succo di lime. Tale impasto veniva
spalmato sulle aree interne delle guance o sulle gengive, e veniva chiamato moy (in Tzotzil) o may
(in Tzeltal). Il tabacco in formato in polvere -“snuff”- veniva definito “fratello maggiore” (bankilal)
oppure “angelo” (anjel). Nella cultura Maya Zinacantan invece veniva prodotto
anche un tabacco da mastico definito “grande uomo vecchio” (muk’ta mol). Tali
nomi hanno ovvi riferimenti al tipo di effetto che il tabacco avrebbe dato al
soggetto che assorbiva le sostanze psicoattive e narcotiche del tabacco, dando quindi
un effetto allucinogeno - come nel caso dell’”angelo”, od un effetto di maggior
concentrazione e apparente saggezza come ci mostrano i restanti nomi. Con lo
sviluppo della cultura Maya, cambia anche il metodo di utilizzo del tabacco, che
smise di essere assunto esclusivamente in forma di polvere o di fibra
masticabile. Grazie a varie rappresentazioni pittografiche su codex e strutture
architettoniche (ad esempio il Tempio della Croce Fogliata, Palenque) si
comprende che il tabacco iniziò ad essere anche fumato. Alcune fra le
rappresentazioni più importanti sono le pittografie di “Dio L”, il quale viene
raffigurato mentre fuma un oggetto di forma cilindrica che espelle fumo (Fig.
3,4). Ci sono varie teorie sulla vera natura di tale oggetto, la più accreditata
fra gli esperti odierni - e che anche io ritengo corretta, almeno in parte - è
che si tratti di un sigaro di foglie arrotolate. C’è però da spezzare una
lancia in favore della teoria meno accreditata, cioè la possibilità che Dio L
in realtà fumi una pipa di tipo cerimoniale, proprio come molte culture
indigene alle Americhe presenti ancora oggi. Uno scavo in particolare, condotto
nella Costa Pacifica Nord Ovest del Nord America da Tushingham su Journal of Archaeological Sciences (2013),
mostra varie pipe cerimoniali prodotte in pietra, con una forma allungata e
cilindrica, con residui di nicotina al loro interno. Queste culture indigene
del Nord America hanno le proprie radici in tradizioni originarie di culture
Maya, è quindi possibile che l’utilizzo di pipe cerimoniali sia frutto di un’evoluzione
di tradizioni Maya, generate durante l’estensione di tradizioni tabagifere
dall’America Centrale al Nord America. Tuttavia, considerando entrambi i metodi
di utilizzo, non vi è necessità che l’una ipotesi elimini l’altra, poiché
entrambe le teorie potrebbero essere equamente corrette, almeno finché, in un
futuro scavo archeologico, non si trovi la prova inconfutabile che il tabacco
veniva fumato arrotolato o trinciato.
Fig. 3,4: Rappresentazione grafica di Dio L, dio
ancestrale (Mam) Maya
|
Ma
alla fine…
La
storia del tabacco, come ogni vera ricerca del passato, è una continua
evoluzione di teorie, ritrovamenti e misteri. Tutto ciò che vi ho appena
raccontato è solo il resoconto della storia che ha portato il tabacco dalla sua
possibile nascita fino alla suo primo utilizzo e la creazione di ciò che noi
oggi definiamo Tabacco. Come ogni ricerca che si rispetti, però, non possiamo
fare altro che pensare, fantasticare su cosa sia realmente successo, magari
seduti cerimonialmente davanti un fuoco, assaporando un sigaro.
Molto interessante... Mi permetto di suggerire all'autore di integrare una bibliografia delle fonti utilizzate, cosí da rendere piú agevole un eventuale approfondimento della tematica a chi fosse interessato.
RispondiEliminaCaro Maurizio,
RispondiEliminaNell'ultima puntata della serie, verrà citata dettagliatamente tutta la bibliografia usata dall'autore per l'articolo
Grazie comunque del cortese suggerimento
Ottimo allora!
RispondiEliminaResto sintonizzato...