Non so quale sia la vostra opinione
al riguardo ma io ho sempre pensato che chi scrive (e viene letto) debba ogni
tanto smettere di essere irresponsabile e vestire piuttosto i panni del buon
parroco di provincia. E, come i buoni e rispettabili parroci di provincia,
assestare sganassoni ai suoi lettori, formato-predica. Per intenderci subito:
stavolta sarei io il parroco di provincia e voi i miei fedeli da redimere a
suon di bastonate.
Mi spiego meglio. Il
fumolentista, sin dai primi e timidi passi in questo mondo, è educato dai più
grandi alla ferrea convinzione
che il fumolento non è e non sarà mai un vizio.
Per conto mio, non sono sempre stato un fumolentista, però una coscienza credo
di averla sempre avuta e di quest’ultima cosa mi sono convinto di recente,
chiacchierando con alcune persone.
Loro fumano sigarette, quelle
cose avvolte in carta e additivi chimici che noi fumolentisti detestiamo sopra
ogni cosa e dalle quali cerchiamo di prendere le distanze in ogni modo. Per
farla breve, alcuni di loro mi dicevano che più volte avevano tentato di
smettere ma capitava che dopo qualche settimana di astinenza comprassero un
pacchetto: ricominciavano con una sigaretta al giorno, così. Poi due, tre, e
via un pacchetto al giorno come facevano prima del loro tentativo di
disintossicazione. Non è una storia originale ma capita così.
È comprensibile, fumare sigarette
è un vizio, non credo ne uscirai, dicevo loro. E loro mi davano ragione. E io
mi chiedevo: e i fumolentisti? Per quanto loro predichino di poter fare a meno
di fumare i loro sigari e le loro cariche di pipa, non ne conosco molti che
abbiano davvero smesso per sempre. Credo che la storia del fumolento che non è
e non sarà mai un vizio sia solo un comune alibi.
O, forse, se volessimo addolcire
la pillola, potremmo dire che in effetti il fumolento non è un vizio: per
carità, non è difficile smettere per qualche giorno, per qualche settimana o
mese. E questo non è poco: tanto per cominciare non è consentito a chi fuma
sigarette. Chi fuma sigarette è delle sigarette schiavo e lo è per sempre, su
questo non ci piove, anche se esistono i miracolati, sia chiaro. Chi fuma
sigari è dei sigari un fedele servitore, mettiamola così: ai sigari non è
legato da un vizio nel senso proprio del termine ma da qualcosa di simile, da
una consuetudine, da un rituale che una volta che ci ha presi difficilmente ci
mollerà.
L’odore del tabacco di un buon
Toscano, la sensazione piacevole e rugosa sotto i polpastrelli, il rivolo di
fumo che si sprigiona nella notte… Siamo sicuri di essere in grado di dire
addio una volta per tutte a queste cose? Io davvero non ne sono più tanto convinto.
E, ripeto, una coscienza credo di averla da più tempo rispetto al vizio del
fumolento: ecco perché mi sembra scorretto diffondere la massima che dispensano
ai novellini coloro che nel fumolento sono già invischiati da anni.
Per tornare alla metafora dei
preti di provincia bastonatori e dei fedeli bastonati, direi che ormai il delitto
è commesso. Per fortuna è rimasto il castigo, che non è poi così grave:
ammettere davanti a se stessi e ai novellini che accendersi un sigaro o una
carica di pipa è peccato.
Mi sono permesso di prendere e rielaborare l'immagine da questo link: http://www.fermentimusei.com/?p=341
STEFANO VITTORI
A volte fumo un sigaro al giorno per una settimana. Altre volte sto un mese senza fumare... Fortunatamente non ho mai fumato sigarette.
RispondiElimina"Non posso impedirmi di provare una certa compassione per quei miseri non
RispondiEliminafumatori che, seguendo forse il miraggio di una vita piú lunga, si privano di alcuni felicissimi istanti. Ma é poi vero? E, se é vero, ne vale la pena?"
Eppe Ramazzotti