Da allora è verosimile ipotizzare che la pianta originale si sia ibridata con altre varietà di tabacco (non sono da escludersi anche possibili contaminazioni con il tabacco Viriginia, coltivato peraltro nella vicina Austria). Di certo è documentabile un processo di selezione da parte dei coltivatori. Sono note, infatti, le coltivazioni di alcune
varietà strettamente imparantate, come il Cuchetto (pregiato per il suo aroma, ma ben presto abbandonato perché troppo delicato), l’Avanetta (dalla
foglia piccola, ma di buona qualità), l’Avanone (molto produttivo, ma di pregio inferiore) e infine il Nostrano Gentile (simile all’Avanone ma con un numero più elevato di foglie).
Quale che sia il suo trascorso evolutivo e colturale, il Nostrano del Brenta oggi ha assunto una identità propria, tale da renderlo elevabile a varietà autoctona.
Il Consorzio Tabacchicoltori Monte Grappa ha dato nuovo lustro a questa ormai antica varietà, con la produzione - rigorsamente a mano - dei sigari Doge e Ducale.
Nel video che vi presento oggi, ho cercato di fare un quadro introduttivo su questa interessante varietà di tabacco, sui sigari con esso prodotti e sulle principali differenze che lo distinguono dagli altri sigari.
Nessun commento:
Posta un commento