Certo è piuttosto bizzarro leggere in un blog di fumo lento perché fumare: i frequentatori di questo
blog non saranno di sicuro salutisti, e non avranno bisogno di motivi per
fumare, tanto già lo fanno. Poi magari questo blog è letto anche da salutisti, e
allora amen. La sostanza di quello che dirò non cambierà né per gli uni né per
gli altri. Anzi, se ci sono pure i salutisti, meglio, perché potrò fare
proselitismo.
Spesso quando ho un’ora libera, e non la voglio impiegare in
pubbliche relazioni od occupazioni semidotte, mi metto sulla terrazza e fumo un
sigaro; nel mio caso sarà un Toscano,
ma ogni fumolentista potrà pensare al
sigaro che fuma, tanto la sostanza non cambierà, nemmeno in questo caso.
Faccio parte di una generazione che è stata educata, a
scuola e a volte anche in famiglia, a non fumare. Perché, ovviamente, fumare fa
male. Quando ci propinavano questa norma, pensavano per lo più alle sigarette.
Ma in effetti il discorso calza alla meraviglia anche per il sigaro, perché fa
male anche quello.
Ecco allora che quando mi metto sulla terrazza e inizio a
fumare mi sento nella posizione di dover, almeno in parte, giustificare quello
che sto facendo. Giustificarlo anzitutto davanti alla mia salute, e poi davanti
a tutti quei miei conoscenti che mi guardano storto quando fumo in loro
compagnia perché fumare fa male.
Insomma, sono i momenti di mea culpa che mi permettono di vedermi da una prospettiva diversa: è
come se mi vedessi dall’alto che sto fumando e mi domandassi perché lo faccio.
Ognuno avrà le sue ragioni, e quindi qui la sostanza cambierà. Ma siccome da
qualche mese mi è stata concessa la possibilità di scrivere le mie opinioni su
questo blog, esporrò qui e ora le mie ragioni.
Beh, niente di troppo sofisticato. Anzi, mi fanno sorridere
quelli che in casi del genere imbastiscono una retorica eccessiva sull’atto di
fumare sigari. Bene o male sono gli stessi che ci ricordano che il grande Freud
soleva dire che un sigaro non è soltanto un sigaro. In parte è vero e in parte
no. Non è vero, perché un sigaro è un sigaro e non una Rolls Royce. È vero
perché, nel momento in cui si stacca da tutto e ci si prende la propria pausa
in compagnia del proprio sigaro, beh, si entra in una dimensione diversa e
quindi il sigaro non è solo tale.
Cerco di essere meno sibillino. Io amo leggere i libri, e
anche in quel caso mi sono chiesto perché spendo un mucchio di quattrini per
comprarli e leggerli. Ho concluso che non è una questione di trame o perché io
voglia diventare scrittore e quelle cose lì. Anzi, delle trame mi frega proprio
niente, figuriamoci del resto. I libri mi piacciono tanto perché quando li leggo
faccio solo quello, e sono quei rarissimi momenti in cui sono in colloquio,
attraverso il libro, anche con me stesso. Mi ascolto, mi faccio delle domande e,
quando va bene, mi do anche delle risposte. E nel farsi domande credo consista
la grande differenza fra noi e il nostro animale domestico.
E qualcosa di simile mi capita anche coi sigari. Chiaro che
non sempre capita ma quasi sempre sì. Inizio a fumare e mi metto a pensare.
Penso di me, di quello che mi è successo in giornata o mi succederà. Ancora in
colloquio con me stesso. Una pratica da lupo della steppa. Non nego che sia
piacevole fumare in compagnia, anzi. Però non potrebbe essere un momento con me
stesso.
E come i libri, anche i sigari non finiranno mai, finché ci
sarà qualche spicciolo o qualche banconota nel portafoglio. All’università, un
mio professore riusciva sempre a ficcare dentro alla lezione l’aggettivo consustanziale. Non che non lo
conoscessi anche prima, ma sicuramente da allora ho iniziato a dare più peso a
questo aggettivo maestoso, non molto eufonico.
Tutto questo per dire che per me fumare è, credo, diventato
ormai consustanziale. Non potrei farne a meno. E non riuscirei a immaginarmi
senza il mio buon Toscano. Ho bisogno di staccare da tutto e prendermi delle
pause. E leggere non mi basta, perché fumare è una forma di piacere che mi
stuzzica più sensi e mi provoca più piacere rispetto alla lettura.
Se uno mi chiedesse cosa, fatto naufragio, lascerei sulla
zattera con me e cosa butterei a mare per alleggerirla, dovendo scegliere tra
libri e sigari non avrei dubbi. Getterei a mare la persona che mi pone questo
enigma che deve rimanere insoluto. Libri e sigari nella mia vita sono due nodi indissolubili
che tali devono restare. E non è una posa, ma una ferrea convinzione.
STEFANO VITTORI
Personalmente quando mi pongono questa domanda rispondo che fanno parte di me, fumo i sigari perché mi piace, mi fa stare bene, mi piace il tabacco e che non fumo per necessità nicotinica, a volte penso alla giornata, altre volte non penso a nulla e mi dedico al sigaro e basta, l'importante è quel momento con me stesso (anche se in compagnia di amici e/o sigarofili è sicuramente più divertente).
RispondiEliminaIn questi ultimi mesi, diciamo 6/7 fumo solo quando ho tempo da dedicarci, quando posso stare tranquillo senza "rotture" varie. Sarà magari sbagliato ma preferisco meno fumate ma di qualità, sia di sigaro sia di tempo.
Non potrei mai vivere una vita senza vino e, soprattutto, senza Sigari Cubani.
EliminaVivrò di meno!? Chissenefrega, avrò vissuto meglio... sono più feclice così.
Aggiugno: Io obbligherei a scrivere "Il lavoro nuove gravemente alla salute" sui badge di tutte le aziende.Oggi è proprio il lavoro, la corsa al successo, alla carriera e ai soldi che uccide. Sperò di morire con un buon Sigaro fra le labbra! Buone fumate a tutti!
"Non posso impedirmi di provare una certa compassione per quei miseri non fumatori che, seguendo forse il miraggio di una vita piú lunga, si privano di alcuni felicissimi istanti, per la dubbia speranza di prolungare un po' l'esistenza. Ma é poi vero? E, se é vero, ne vale la pena?"
RispondiEliminaEppe Ramazzotti
Vasa inania multum strepunt.
Sottoscrivo in pieno il post di Torquato, ed aggiungo che invece di fare campagne contro il fumo, giustissime in gran parte, la gente si adoperi a risolvere un problema ben più nocivo, quello dell'inquinamento!
RispondiEliminaIl fumo al massimo può nuocere a chi fuma e in minimissima parte a chi gli sta intorno, l'inquinamento invece colpisce silenziosamente chiunque!
Pensate all'Ilva di Taranto...