Il 2014 se ne è già andato da 29 giorni e il 2015 si
prospetta un anno gravido di novità per gli amanti del sigaro italiano: nuovi
Toscani, nuovi Ambasciator Italico, Mastro Tornabuoni e chissà cos’altro. In
attesa della svolta, ma forse si può parlare di più svolte, non mi sembra
sbagliato tracciare un bilancio, ricapitolando gli ammezzati che, fin ora, è
valsa la pena o, meglio, il piacere di fumare.
È chiaro che con questo rudimentale vademecum io mi rivolga soprattutto ai neofiti, mentre i fumatori
esperti, essendo tali, già sanno dove sbattere la testa e, bene o male, quel
che scriverò non suonerà loro nuovo.
Partirei demolendo,
almeno in parte, un principio invalso, almeno
da quando ho iniziato a fumare io i sigari italiani, e cioè che si deve
iniziare fumando alla maremmana, cioè il sigaro per intero. Chi dà questo
consiglio adduce il fatto che, fumato così, il sigaro risulterà meno
aggressivo: è una mezza verità, se si considera che per un neofita stare un’ora
e mezza, o anche di più, sul primo sigaro potrebbe essere traumatico, sia per
la noia sia per la scarsa tolleranza di tanta nicotina messa insieme. Per
questo io consiglio di iniziare con dei buoni ammezzati, di modo da avere
subito un saggio di cosa significhi fumare sigari italiani senza spendere
troppo denaro o tempo, almeno all’inizio.
Un buon punto d’inizio è l’Ambasciator Italico Classico,
nella confezione da 5 ammezzati, del costo di 3 euro e 50 centesimi. Si tratta di sigari scuri, ruvidi. Sono un po’
un terno al lotto: possono capitare scatole con esemplari ben fatti, e altre
no. Spesso colpiscono per il loro riempimento: sono belli panciuti e pieni.
Fumandoli, il neofita imparerà a distinguere profumi (erba e legno) e aromi
(cuoio, cacao, tostato, nocciola, legno), seppur molto attenuati, tipici di
molti Toscani. Due consigli, per attutire gli effetti della nicotina: la forza
è sì medio-bassa, ma è meglio abbinarci un bel bicchiere d’acqua; è meglio fare
il primo esperimento di fumata dopo pranzo o cena. Ci sarebbe anche un terzo
consiglio, ma è rivolto per lo più ai tabaccai: è un sigaro che dà il meglio di
sé se fumato umido, quindi fareste un gran servizio all’umanità conservandolo
in humidor.
Dopo essersi impratichiti con questo sigaro, cioè dopo
averne fumato almeno due o tre scatole, i tempi saranno maturi per dirigersi
verso nuovi e migliori lidi: De Amicis, venduti in confezioni da 5 ammezzati a
5 euro e 50 centesimi, della Amazon. Contrariamente al nome della casa
produttrice, non sono reperibili sul sito amazon.it, anzi, sono piuttosto
difficili da trovare in giro, ma basta consultare internet per sapere quali
tabaccai li vendano. Sigari di nicchia, ma sigari fatti a mano, fatti bene e
davvero buoni. Anche questi non sono Toscani, sono qualcosa di diverso e,
forse, di più, ma rappresentano un altro banco di prova da cui è bene passare.
Scuri, con una “leggera pronuncia affusolata alla bocca e maggiore diametro al
piede”, come recita la descrizione sul sito della Amazon. E, aggiungo io, sono
un po’ più lunghi dei consueti ammezzati. Dal riempimento regolare e dalla
buona costruzione, a crudo esprimono un profumo di legno ed erba; la cenere è
grigio chiara, molto compatta (e il neofita imparerà che questo è un buon
segno). Non ci si spaventi se di colpo si spegnerà: è un po’ il vizietto degli
Amazon, ma, è un vizietto tale da non compromettere in alcun modo la fumata.
Basta riaccenderlo e gustarselo, con la sua forza media, i suoi sapori
asciutti, con punte amare all’inizio, e aromi (cacao, tostato, nocciola, legno)
molto più pronunciati che nell’Ambasciator Italico. Ma già il neofita
comprenderà di essere un gradino più su, appena si renderà conto di aver fumato
un sigaro fine, dalla media persistenza, e dalla complessità maggiore rispetto
ai suoi primi esperimenti. Un consiglio: gli Amazon è meglio conservarli fuori
dall’humidor, a meno che non viviate nel deserto africano.
Il terzo e ultimo passo, col quale si potrà dire compiuto il
percorso iniziatico fra i sigari italiani, è rappresentato da un vero sigaro
Toscano: il Toscanello Speciale. Venduto in confezioni da 5 ammezzati a 5 euro,
è davvero un buon prodotto. Fatto a macchina, dal colore molto scuro, appaga la
vista col suo riempimento generoso, di buona costruzione. Cuoio, legno, erba
sono i sentori a crudo. La cenere grigio scuro, compatta vi accompagnerà per
tutta la fumata. Il tiraggio sarà regolare. Al palato suonerà sapido e amaro e
asciutto (come i migliori Toscani). È un sigaro che si può definire
medio-forte: per questo l’ho collocato come ultimo step. Anche perché solo così
si potranno apprezzare gli aromi, ben diversi rispetto ai due sigari di cui
parlavo prima: se quelli tendevano più all’erbaceo, qui siamo ormai più su note
molto accentuate di cuoio, cacao, bruciato e legno. Forse potrà spiacere un
certo retrogusto salmastro, ma in fin dei conti vale la pena per questo sigaro dalla
buona complessità (almeno per un neofita) e dalla lunga persistenza.
STEFANO VITTORI
Non capisco perché il povero neofita, dopo essersi fatto la bocca buona con gli Italico (ottimi) e i De Amicis (eccezionali), dovrebbe rovinarsela con gli Speciale...
RispondiEliminaA parte gli scherzi (?), credo che, volendo mantenere il trittico, sarebbe meglio anteporre gli Speciale ai De Amicis: questi ultimi, infatti, sono a mio avviso piú complicati da approcciare e da capire, o anche solo da gestire in fumata...
My two cents.
l4z4rus
Mah, più che i De Amicis, secondo me, sono ben altri i sigari Amazon con le caratteristiche che hai detto tu. E, se ho collocato lo Speciale alla fine, è per la sua maggiore aggressività e per il fatto che, se il neofita vuole davvero farsi una idea di cosa significhi fumarsi Toscani, lo Speciale è un passaggio obbligato. E poi i tre ammezzati che ho indicato non sono i "migliori" ammezzati sul mercato in assoluto, ma i migliori per iniziare.
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