27 gennaio 2015

Fumiamo insieme: Dunhill Robusto

Spinto da qualche amico fin troppo generoso nei miei confronti e fin troppo indulgente rispetto alle mie capacità analitiche mi accingo a scrivere  la mia prima “recensione”. È qui d’uopo fare qualche considerazione a premessa di ciò che seguirà.
 Non ritenendomi per nulla all’altezza del compito che mi è stato affidato ci tengo a precisare che, più che come una recensione, questa la concepisco come un insieme di personalissime considerazioni su di un sigaro fumato, considerazioni che, assolutamente non immuni a critiche e repliche di ogni sorta, mi auguro fermamente, abbiano la capacità di far scaturire una chiacchierata tra amici amanti del buon fumo. Vi prego, amici miei, di assecondare questo mio desiderio. Mi aiuterete a crescere.


Il sigaro in questione è uno dei classici extracubani, il Robusto di Dunhill (4,5x52). L’ho acquistato da un mio amico tabaccaio che lo conservava nel walk-in del suo negozio da non meno di 4 o 5 anni. Lo stato della conservazione non era dei migliori ma è stato sufficiente fargli trascorrere un mese e mezzo circa nel mio humidor per riportarlo in condizioni decenti per arrischiarsi nella fumata.

 Già dal confezionamento, un astuccio in cartoncino molto elegante nei classici colori amaranto grigio tipici di Dunhill, si capisce che ci troviamo davanti a un prodotto sicuramente di livello nonostante il costo sia contenuto. A crudo possiamo notare una fascia colorado tendente al colorado maturo, bruno nei toni; la capa, al tatto piuttosto setosa, presenta un colore sufficientemente uniforme eccezion fatta per qualche lieve sfumatura tendente al colorado chiaro nella parte del piede, con venature non troppo pronunciate. Il riempimento regolare denota una più che discreta costruzione, solo qualche piccolissimo difetto della capa, ma dovuto secondo me più ad una non perfettissima conservazione che a difetti di costruzione veri e propri, gli impedisce di ricevere un voto migliore. Al naso arrivano profumi di legno e di cuoio anche se quest’ultimo non troppo pronunciato, si sente bene invece un odore che più che il fieno mi ricorda l’erba secca.

Già dai primissimi pouff si denota una straordinaria complessità di aromi che, a dispetto di una non evidente evoluzione, ci accompagnerà per quasi tutta la fumata. L’apertura è decisamente tendente all’acido ma senza scadere nello sgradevole, particolarmente piccante con note spiccate di noce e frutta secca che si alternano in modo veramente impressionante, soprattutto sul finire del primo terzo, con sentori floreali e note legnose mentre si va ad affievolire il piccante. Qualche punta lievemente amara ci accompagna verso il secondo terzo a metà del quale è possibile percepire qualche nota fruttata intervallata da improvvisi lampi di caramello mou mentre scompare quasi totalmente la nota piccante. Si siede un pochino sul finire del secondo terzo tanto che qualche pouff risulta quasi neutro. Riprende quota invece con l’ingresso nell’ultimo terzo dove incontriamo di nuovo il caramello mou ma l’aroma, strano a dirsi, virando di più sul tostato non si può propriamente definire dolce. Si siede di nuovo sul finale senza però diventare amaro, scompare quasi completamente il piccante così come non si sente neppur troppo l’inevitabile carico nicotinico; in quest’ultima fase ricorda quasi un tabacco da pipa.

In conclusione un sigaro che merita decisamente di essere fumato, considerando anche il buon rapporto qualità prezzo. Meno forte di quanto mi sarei atteso. Stupisce l’eccezionale complessità degli aromi percepiti che, a dispetto di un’evoluzione non troppo pronunciata,  alternandosi dall’inizio alla fine e accompagnati da un profumo di fondo del tutto esclusivo e difficilmente inquadrabile in schemi predefiniti (ricorda solo vagamente la resina di pino), come se fosse prodotto dalle mani di un abile maitre parfumer  per questa particolare occasione, rende l’ora e un quarto di fumata indiscutibilmente piacevole. Se volete però godervi del tutto le piacevoli sensazioni che questo sigaro regala fate attenzione a non accompagnarlo con qualcosa di troppo strutturato rischiereste, a mio avviso, di coprirne la complessità e di perdervi qualche aroma per la strada.
Uniche note negative: una non perfetta combustione, ho avuto necessità di pareggiare il braciere in un paio di occasioni e una cenere fin troppo friabile.


Ad maiora. 

3 commenti:

  1. Benvenuto Vincenzo!!! ottimo articolo

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  2. Quando gli autori sono di qualità assoluta come il nostro Vincenzo, il futuro del blog è assicurato!
    Benvenuto!

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  3. Grazie ragazzi. E' per me un onore, oltre che un piacere, il poter scrivere in un blog dove si incontrano persone di grandissima competenza e capacità e dove lo scambio di impressioni è sempre molto interessante.

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