20 febbraio 2013

Terza serata del Cigar Club Sassari: UNA OSPITALITA’ ECCEZIONALE!

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Il famoso autore sardo Marcello Fois scrive: “Devo ammetterlo: siamo ospitali. Non ci vuole nulla ad accettare l’ospitalità di un popolo. Ma avete mai provato a rifiutarla? Avete provato a dire “basta” alla quindicesima portata durante un pranzo? O dire che non avete voglia di prendere niente se qualcuno vi offre qualcosa al bar? Provateci, farete un’esperienza mistica. Capirete che è più facile accettare che rifiutare se non volete spiegare che non siete abituati a bere birra alle sette del mattino. Un consiglio: dite di sì. Al bar accettate subito l’offerta. Perché una cosa è certa: se qualcuno vi offre qualcosa, finché non avete preso quel qualcosa non vi muovete dal posto in cui vi trovate”.  
Ecco una buona sintesi della nostra trasferta sassarese e della grandissima amicizia che ci ha travolto! All’imbarco ad Orio al Serio eravamo ben in sei: Beppe, Gino e Luca, che andavano a Sassari per lavoro e passavano le serate con noi; io – con un alibi un po’ posticcio di lavoro -, Francesco ed Enrico. 
Arrivo all’aeroporto di Alghero più che puntuali e via subito verso la città. Molliamo i bagagli in albergo e si fanno due passi in centro. Passeggiando nel corso centrale, l’amicizia e l’ospitalità si fa subito sentire. Passiamo dai vari soci del Cigar Club di Sassari che hanno splendidi negozi in centro ed è subito festa e casa. 
E’ a mezzogiorno quando mollo Francesco ed Enrico alle parole: “ma noi ci facciamo solo qualcosa di leggero, un toast…..”. E invece si fiondano a Sennori, nel famoso ristorante da Vito, ormai punto di riferimento di ogni trasferta sarda. Bè, insomma, io li ritrovo il pomeriggio atterrati dal pranzo che non definirei leggero. 
Alla sera, eccoci tutti e sei pronti al ristorante Li Lioni di Porto Torres, dove si svolge la serata del Cigar Club Sassarese capitanato dall’ottimo presidente Renato Mongiu. Organizzazione perfetta e gran pienone! 
Una serata con cucina di terra che si è aperta con gli antipasti di salumi sardi e i piedini di maiale in umido, passando per i primi della zuppa gallurese e malloreddus, arrivando poi al famoso porceddu e concludendo con ricotta di pecora al miele. Il tutto annaffiato con straordinario vino di Piero Delogu, presente alla serata. Stiamo parlando delle famose tenute Delugu i cui vini Ego, Geo e Die sono eccezionali ( con menzione al Vinitaly 2012). 
E, finalmente, il momento del sigaro: LA GLORIA CUBANA TRIUNFOS - ED. REG. SUIZA 2010, solo 2400 box in tutto il mondo, fumata splendida, non aggressiva, aromatica e fino alla fine; ma la serata non finisce li! Sul bello dell’andare a casa il mitico Piero, con Renato e alcuni amici, ci invita a casa sua e via di buon vino, pecorino e salsiccia……. e cantata insieme. Certo sulla lingua sarda avevamo qualche difficoltà nel canto, ma Francesco – che sosteneva di capire (!!!) traduceva alla perfezione. No comment ! 
Insomma ragazzi, alle 4,30 rientro in albergo, con la promessa fatta a Piero di tornare da lui il giorno dopo per una “Favata”. 
E così, il sabato, ignari di cosa fosse la Favata, all’una ci presentiamo sul luogo stabilito, in una azienda di Piero. 
Cerco sul dizionario, col senno di poi: la Favata sassarese è un sostanzioso piatto unico tipico del carnevale. Traduco : ci troviamo di fronte un pentolone meraviglioso in cui bolle ogni bendiddio e le fave sono solo un piccolo ingrediente. Vediamo verze, salsicce, cotenne, erbe varie, maiale e chissà che altro. Si, aveva ragione il dizionario, ve lo assicuro è sostanzioso! Io e Enrico ci conteniamo ma Francesco dobbiamo fermarlo, si fa anche la zuppa col brodo. Piero è un ospite eccezionale: gran cuoco, e mescitore del suo straordinario vino e poi liquori ecc. Siamo una quarantina e, parlando qua e la scopriamo gli amanti dei sigari poiché si sa, anche se ben nascosti, siamo ovunque! E il pomeriggio porta una bella fumata. 
Ben satolli riprendiamo la strada dell’albergo, ma non per riposare, dopo circa due ore ci aspettano Beppe, Luca e Gino (bel provati dal vero lavoro) per andare a cena. Il nostro motto, a questo punto, è solo uno: siamo in guerra e si deve combattere. Quindi alle 20,30 si riparte per Sennori al ristorante da Vito che in reportage precedenti vi hanno già raccontato. 
In sintesi si può dire che Vito e i suoi collaboratori son sordi: sia che tu ordini o non ordini è uguale; lui porta tutto ciò che vuole. Antipasti a non finire, fregola in brodo di granchio e spaghetti alla bottarga. Per fortuna ci sta un sigaro che, si sa, è il più potente digestivo esistente. 
All’una a letto e alle sei del mattino si riparte da Alghero.

Una due giorni intensa, travolti dalla generosità e ospitalità degli amici sassaresi. Ormai è chiaro la civiltà di un popolo si vede dalla sua capacità di far sentire a casa gli altri, gli estranei. E la Sardegna è patria di civiltà !
grazie Edo



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