Abbiamo
frequentemente parlato in queste pagine di conservazione dei puros, ogni
aficionado conosce i range entro cui “muoversi” nella regolazione di
temperatura (T°) e umidità relativa (UR), per evitare di danneggiare i sigari o
di compromettere la fumata (18-22° e 65-75% di UR). Umidità eccessive possono
infatti produrre crepe e rigonfiamenti nei puros, mentre umidità troppo ridotte
rendono il sigaro secco ed eccessivamente veloce in combustione, e spesso ne
risulta una fumata poco gradevole. Condizioni di umidità “anomala” associate a
temperature al di fuori dei range di conservazione ottimali accentuano i problemi appena elencati, temperature più alte di 22-23 gradi con umidità molto elevate possono causare l’instaurarsi di muffe, mentre umidità elevate a temperature più basse accentuano i danni “fisici” ai sigari, come i rigonfiamenti o le crepe sulle capas.
temperature al di fuori dei range di conservazione ottimali accentuano i problemi appena elencati, temperature più alte di 22-23 gradi con umidità molto elevate possono causare l’instaurarsi di muffe, mentre umidità elevate a temperature più basse accentuano i danni “fisici” ai sigari, come i rigonfiamenti o le crepe sulle capas.
Come avrete notato
non è stata menzionata come “dannosa” l’umidità bassa associata alle basse
temperature; abbassare la T° in concomitanza con l’UR infatti è una prassi
adottata in maniera diffusa da chi conserva a scopo collezionistico i puros.
Con T° nell’ordine dei 14-15° e UR prossime al 50-55% infatti, si crea un
ambiente di conservazione ed invecchiamento ottimale per evitare qualsiasi
rischio di danno ai puros e per
prolungarne la curva di fruibilità. Al di sotto dei 17°C infatti si arresta
completamente il ciclo del bicho e di eventuali altri parassiti, e si limita
fortemente il rischio di muffe, rischio che viene praticamente annullato dal
contestuale abbassamento dell’umidità relativa al di sotto del 60%, rendendo
estremamente improbabile qualsiasi attacco “biotico” ai puros. L’abbassamento
della temperatura rende però i sigari meno elastici, ed è anche per questo che
l’umidità viene abbassata in maniera importante, qualsiasi minimo rigonfiamento
infatti produrrebbe fratture delle capas.
Ovviamente questi
canoni di conservazione sono esclusivamente a scopo collezionistico, i sigari
così conservati non esprimono il 100% delle loro caratteristiche organolettiche
se presi da un humidor impostato con questi parametri e fumati immediatamente.
È infatti buona prassi, quando si prevede di fumare un sigaro conservato con
criteri collezionistici, prelevarlo almeno una settimana prima e metterlo in un
altro humidor con parametri di conservazione standard.
Come abbiamo già ribadito alcune volte sul blog, l’umidità e la temperatura
sono correlate e vanno regolate in maniera consequenziale. Sappiamo che l'UR è
la percentuale di vapore acqueo contenuta nell’aria, rispetto al massimo (100%)
che l’aria stessa può contenere a una determinata temperatura (oltre questa
soglia c’è il punto di rugiada, l’acqua si deposita cioè fisicamente sui corpi
solidi), al variare della temperatura però, cambia la quantità massima di acqua
che l’aria può contenere (l’umidità assoluta quindi è più alta in aria più
calda, rispetto a quella in aria più fredda a parità di umidità relativa), sempre al variare della temperatura cambia
anche l’igroscopicità del tabacco (che assorbe più acqua quando è più caldo e
meno quando è freddo). Per questi motivi vi consigliamo, nell’ambito dei
parametri standard di conservazione di abbassare un po’ l’umidità nel periodo
estivo, rispetto a quello invernale.
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