Qualche sintetica riflessione sul metodo per tagliare i sigari risulta necessaria, visto che, come ogni aficionado fuma e gusta in modo diverso il proprio sigaro preferito, così anche il modo per tagliare un puro incide sulla fumata e dipende dalla maggiore o minore esperienza del fumatore.
In questo post mettiamo brevemente a confronto due strumenti tra i più usati dagli aficionados, ossia il tagliasigari a ghigliottina e il meno diffuso (almeno in Italia) bucasigari o puncher.
Il puncher è consigliato da molti per i sigari di grosso calibro, dato che spesso potrebbe risultare difficile fare un buon taglio della capa con la ghigliottina, rischiando di far srotolare l'intero sigaro con un taglio troppo ampio. Ovviamente il puncher risulta inutile con i figurados.
La classica ghigliottina, meglio se bilama, permette di fruire di un volume di fumo più consistente e maggiormente ossigenato, evitando l'acredine e l'asprezza erivante dalla concentrazione di nicotina e catrame prodotte da una fuoriuscita forzatamente
stretta quale quella del puncher. Inoltre proprio i puncher, pur dando una fumata molto lunga, creano le condizioni per un tiraggio troppo serrato.
In questo apparente dilemma, a ognuno la propria, come sempre personalissima, scelta!
in realtà lo scopo primario del puncher è ottenere l'"effetto" di fumata simile ai figurados anche nei parejos, è abbastanza efficace sui grossi calibri, anche se personalmente non uso questo tipo di taglio molto spesso perchè si crea acquerugiola amara in corrispondenza della perilla, tuttavia la concentrazione del fumo su un foro di diametro più piccolo del cepo accentua le sensazioni palatali della fumata.
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