Il box infatti non è l'unica tipologia di confezionamento per i nostri amati puros, possiamo trovare confezioni di diverso materiale e dimensione, in grado di contenere da uno a oltre 50 sigari.
Restando sulla forma più diffusa di envase, cioè la scatola, sono disponibili sostanzialmente tre tipologie: il box, il cabinet e il cabinet 898. Il box o scatola, è la classica confezione di sigari con coperchio incernierato sul corpo della scatola, in cui i sigari, solitamente in confezioni da 10 o 25, sono disposti su una o due file sovrapposte, questa tipologia di envase è molto diffusa anche per ragioni logistiche poichè è quella che permette di sfruttare totalmente lo spazio a disposizione nelle spedizioni, l'inconveniente principale di questo tipo di packaging è la pressatura che i sigari subiscono al loro interno, che in alcuni casi conferisce la classica forma "box pressed" dei sigari, che in realtà non ha praticamente alcuna influenza sulla fumata, per alcune marche extracubane, come ad esempio Padròn, il sigaro a sezione quadrata ottenuto tramite la pressatura in scatola, è diventato un connotato caratteristico del brand. La maggior parte dei box è ricoperta da litografie e adesivi recanti il logo della marca e varie decorazioni, esistono però i cosidetti box "boite nature", che sono scatole di legno naturale, non trattato e senza adesivi, su cui i simboli della marca sono impressi a fuoco.
Il cabinet si differenzia dal box per la dispsizione dei sigari in "mazos" ovvero in mazzi di forma esagonale da 25 o 50 sigari, legati fra loro con un laccio o con un nastro di seta. L'altra differenza fondamentale fra il cabinet e il box è la chiusura del coperchio, che nel cabinet è a scorrimento o a "slide". L'898 è una forma di confezionamento a metà strada fra il box e il cabinet, originariamente nata solo per le scatole da 25, oggi usata anche per scatole da 10 e, fuori cuba, anche per scatole con sigari in numero variabile (e.g. Fuente OpusX), differisce dalla disposizione in box sostanzialmente per il numero di strati di sigari, che sono 3 invece che 2, e per il fatto che non c'è un foglio di cedro che divide gli strati, e i sigari dello strato superiore ed inferiore sono uno in meno rispetto a quello centrale (per i box da 25, 8-9-8, appunto; nei box da 10 3-4-3, e così via).
La confezione di cedro quindi, è oggi l'envase più diffuso per i sigari premium, il materiale non è casuale, ma è stato scelto in virtù della sua buona capacità di scambio di umidità, dell'azione repellente verso i parassiti del tabacco e, non ultimo, per il costo non proibitivo.
Il primo brand ad introdurre l'inscatolamento in cedro fu H.Upmann, grande innovatore nella tecnica di envase dei sigari, si devono a lui infatti gran parte delle forme di confezionamento prodotte nel passato e nei tempi moderni.
Dall'alto: Box, Cabinet e Cabinet 8-9-8
Infatti, dobbiamo ad H.Upmann, assieme alla manifattura "La Corona" anche il lancio del confezionamento singolo in tubos di alluminio, attorno agli anni '40, orginariamente introdotto per proteggere i sigari dalla salsedine durante i trasporti marittimi, poi rivelatosi molto efficace e versatile per la vendita dei sigari sfusi, e ancora oggi molto utilizzato. Il principio della protezione dei sigari con un materiale impermeabile come l'alluminio fu sfruttato in realtà già fin da qualche anno prima, a partire dagli anni'20, per il packaging individuale in fogli di alluminio di importanti formati come la diadema e il giant perfecto, recentemente, oltre che per questi formati, si utilizza a scopo ornamentale in alcune vitolas particolari, come il gold medal di Bolivar. In realtà l'alluminio è stato utilizzato molto più di quanto si pensi, anche per l'avvolgimento dei mazos nei cabinet e per la produzione dei primi pacchetti da 5 sigari, soprattutto da Partagàs, Romeo y Julieta e Punch, dagli anni 40 agli anni 80.
Il concetto del tubo singolo fu poi successivamente utilizzato anche con i tubos di vetro, i cosiddetti "cristales", usati da alcune marche, sia cubane che non, fino ad oggi.
Dall'alto: Diadema avvolta in foglio di alluminio, tubos in vetro, tubos in alluminio
Ma il cristales non rappresenta la prima apparizione del vetro come materiale di envase per i sigari, l'introduzione del vetro per proteggere i sigari dagli sbalzi di umidità si deve, nuovamente, ad H.Upmann, che nei primi anni del 900 inventò la giara di vetro per il confezionamento di diverse vitolas, molte delle quali oggi sono scomparse dal mercato (Amatistas, Arcadias, Coronas, Crystales, Invincibles, Perfectos, Petit Coronas, Petit Crystales, Noellas, Short Coronas, etc.) e usato successivamente anche da altri brand cone Hoyo de Monterrey, Partagas, Punch, Fonseca, JL Piedra . Lo scopo era sostanzialmente lo stesso per il quale venne introdotto il tubos, la giara in vetro permetteva però il confezionamento multiplo, con riduzione dei costi diretti di envase, la giara fu utilizzata fino agli anni 90 da alcune marche, scomparve poi fino alla riedizione dei Noellas in giara di vetro nel 2010.
La giara in vetro ebbe un'illustre precursore che comparve sul mercato come envase per sigari già da qualche decennio precedente: la giara in ceramica. In realtà questo tipo di packaging è stato poco usato in epoca prerivoluzionaria, rimane famosa solamente la giara in edizione limitata prodotta negli anni ' 20 da Partagàs la cosidetta "Tavalera". In commemorazione di questa famosa produzione, negli anni '70 venne riproposta la giara "Sevilla", prodotta per pochi anni sia da Partagàs che da Ramon Allones. La giara in ceramica scomparve poi fino agli anni 90, per ricomparire nel 1996 nell'edizione del trentennale di cohiba, dal '98 al 2000 con le edizioni "millennium" di Montecristo, Cuaba e Cohiba, e, più di recente, per edizioni traveller's retail di H.Upmann, Montecristo, Romeo y Julieta e Partagas, nonchè per Cohiba siglo VI e peruna edizione regionale di Hoyo de Monterrey.
Dall'alto: famose "Tavalera" di Partagas (azzurre) e riedizione "Sevilla" di Ramon Allones (marrone), Giara di ceramica e Giara in vetro.
Esistono poi forme di confezionamento più economiche, usate particolarmente negli ultimi anni ma già scoperte per l'envase dei sigari fin dal periodo prerivoluzionario: il cartone e il cellophane.
Il primo viene usato a scopo protettivo contro gli urti, per confezionare i sigari singolarmente o in scatole tascabili (petacas), fa la sua comparsa nei primi anni del 900 ma viene diffusamente utilizzato solamente dagli anni 70 in poi. Il cellophane invece compare sul mercato attorno agli anni 30 e dagli anni 40 inizia ad essere utilizzato, in parziale sostituzione dell'alluminio, per l'avvolgimento dei sigari all'interno dei box, viene diffusamente utilizzato nei paesi produttori non cubani, anche in produzioni di altissima gamma (si trova anche in Padròn Aniversario e Fuente OpusX), se ne fa anche largo uso per il confezionamento dei sigari economici, commercializzati in bundles, senza scatola, ma semplicemente avvolti nel cellophane.
Dall'alto: Sigari in petacas, confezionamento singolo in cellophane, Bundles di cellophane per sigari economici.
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