Per molti fumatori disattenti, ammesso che ce ne siano, la
fascia che circonda il sigaro è solo una carta
da buttare via. Ma per altri quella anilla è un po 'di storia
- un piccolo gioiello che aggiunge
qualcosa al
romanticismo e alla mistica del
fumo. Ma cos'è l'anilla, e com'è diventata così
importante?
L'anilla fu
introdotta dall'olandese Gustave Bock, uno dei primi
europei ad essere coinvolti nel
settore produttivo dei puros a L'Avana,
con un sorta di intento propagandistico, ossia per distinguere il proprio marchio dagli altri. Infatti, in quell'epoca il packaging del sigaro era minimo - spesso erano messi in un barile o una scatola di legno, con il nome del
produttore. Gli stessi sigari
erano generalmente lasciati senza segni distintivi. Questa situazione, non
sorprendentemente, creava
un paradiso per le contraffazioni, in cui erano diffusi i
sigari europei a buon mercato
in scatole con il marchio "cubano" e venduti a clienti ignari che
pensavano di ottenere a buon prezzo
cubani importati.
Gustave
Bock,
che possedeva una fabbrica di sigari a Cuba nel 1830, inserì appunto un nastro di carta
intorno al suo sigaro, anche se era solo un
anello di carta con la sua firma. Molti altri
produttori adottarono
questa pratica, al punto che,
nel 1855, la maggior parte degli esportatori di
sigari cubani li stavano
usando per ridurre le contraffazioni
dando i produttori di sigari un
modo per aumentare la
notorietà e la fedeltà.
In realtà, l'anilla ha anche altre funzioni
minori, come la protezione delle dita del fumatore dalla nicotina
e, come molti fumatori hanno avuto modo di provare, di tenere insieme, in casi di sfaldamento, il wrapper - anche se
un wrapper decente
non dovrebbe aver bisogno di "aiuto"... Un piccolo, grande gioiellino che, dunque, aggiunge fascino e arte ad un piacere come quello del fumo lento.
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