15 giugno 2011

Guida : Come conservare un sigaro

Molte persone entrando in tabaccheria si fermano incuriosite e meravigliate davanti al "humidor" dove sono accuratamente stipate le scatole di sigari, e immancabilmente rivolgono sempre la stessa domanda:
"Ma i sigari devono stare in frigo ?"

Rispondere semplicemente di sì non è propriamente corretto, ma una cosa è vera: i sigari necessitano di essere conservati correttamente e accuratamente.
Le perplessità sono comunque giustificate dal fatto che siamo comunemente abituati a vedere i sigari esposti nelle scansie delle tabaccherie senza alcuna accortezza.
E' questa una incongruenza ?
Il fatto è che i sigari di qualità, a differenza di quelli che possiamo comunemente trovare in tutte le tabaccherie, essendo privi di sostanze conservanti e umettanti richiedono particolari accorgimenti nella conservazione. I valori che vanno rispettati e mantenuti il più possibilmente costanti sono:
umidità relativa = 70 - 73 %
temperatura = 18° C circa
Molte pubblicazioni del settore riportano valori a volte anche molto discordi da questi, e ciò è causa di non poca confusione. Esistono dei valori corretti da prendere come standard di riferimento e se sì quali? Gli americani che sono maestri in questo hanno coniato la regola del doppio 70:
70° F
70% U.R.
che tradotta nelle nostre unità di misura diventa:
18° C----70% U.R.
Questi sono a nostro avviso sono i valori corretti che possono comunque essere suscettibili di piccole oscillazioni.
A dispetto di ciò che molti possono pensare, il parametro fondamentale da rispettare più che la temperatura è l'umidità relativa, il rapporto, cioè, espresso in percentuale, tra la quantità di vapore acqueo presente in un determinato volume d'aria e la quantità massima che può essere contenuta in sospensione in quello stesso volume d'aria e alla stessa temperatura (quantità di saturazione dell'aria).
Il sigaro naturale infatti, come tutte le sostanze organiche, è un prodotto igroscopico che si secca in assenza di sufficiente umidità dell'ambiente, o ne assorbe da uno umido; si viene quindi a stabilire un equilibrio con l'umidità atmosferica dell'ambiente che lo circonda.
Al di sotto del 68% di umidità relativa, un sigaro si seccherà lentamente, disidratandosi, e perderà gli "oli" vegetali essenziali, con una diminuzione di sapore e aroma. A 74% e oltre, le molecole organiche si frammenteranno "fuori ordine", producendo sapori indesiderati. A 80% e oltre si creano fenomeni di muffe: né i sigari né gli humidors sono ambienti particolarmente sterili. Si noti che questi valori sono di Umidità Relativa, e che i sigari dovrebbero quindi essere conservati al 70-73% di U.R. indipendentemente dalla temperatura.
Guardatevi bene da coloro che vi prospettano tabelle secondo cui l'umidità relativa deve variare in funzione della temperatura, sono completamente fuori strada!!! Quello che interessa alla salute delle foglie di tabacco non è l'umidità assoluta espressa in grammi d'acqua per metro cubo, ma la percentuale relativa di acqua presente in quell'ambiente, rispetto la sua saturazione.
Per capirci meglio facciamo un semplice esempio: a 20° C, con una normale pressione atmosferica, un metro cubo di aria raggiunge la saturazione (U.R. del 100%) con circa 15 grammi di vapore acqueo; se ne deduce che per ottenere una umidità del 72%, sempre a 20° C, occorre una presenza di 10,8 grammi d'acqua per metro cubo. Supponiamo quindi di prendere un volume costante di aria e di creare al suo interno una U.R. del 72% (10,8 grammi di acqua per ogni metro cubo). Sigilliamo ora ermeticamente il contenitore e riponiamolo in frigo a 5° C. Noteremo che la U.R. all'interno del contenitore è sostanzialmente aumentata, tendendo il contenitore a saturarsi con un volume inferiore di acqua. Questo vuol dire che la quantità di vapore acqueo all'interno del contenitore è rimasta invariata, essendo questo ermetico, ma la sua umidità relativa è aumentata. In questa nuova situazione vi garantisco che dopo un po' di tempo sui vostri amati sigari noterete il principio di formazione di una strana sostanza bianca: la muffa.
La spiegazione tecnica di tutto questo è da ricercarsi a livello molecolare nelle foglie, ma non voglio annoiarvi con una trattazione troppo scientifica del problema; vi basti ricordare di mantenere l'U.R. dell'ambiente dove conservate i vostri sigari ad un valore non troppo discorde dall'ormai famoso 70-73% , indipendentemente dalla temperatura.
Un altro importante aspetto da tenere bene presente, legato sempre alle condizioni ambientali, che può compromettere gravemente la conservazione dei sigari, è la variazione delle condizioni di umidità e temperatura. Di fatto un sigaro può sopravvivere abbastanza serenamente alle condizione improprie ma costanti, ad esempio di 16° C e 75% di umidità. Ma può danneggiarsi se nell'arco della giornata subisce ampi sbalzi di temperatura e/o di umidità.
La cosa risulta evidente quando si realizza che tali variazioni modificano il grado di elasticità e le dimensioni delle foglie costituenti il sigaro. In particolare quando temperatura e umidità diminuissero repentinamente, le foglie esterne, che subiscono per prime la variazione , si restringerebbero comprimendo l'interno e si fessurerebbero per la diminuita elasticità. Oppure, nel caso opposto, tenderebbero a dilatarsi distaccandosi dagli strati sottostanti e presentando così il fenomeno della sfogliazione della capa.
Tali sollecitazioni, se ripetute, possono nuocere all'estetica e al tiraggio dei sigari.
I danni comuni, causati dall'inosservanza di queste regole possono essere:
-temperatura eccessiva

possibilità di sviluppo del terribile tarlo: il "bicho"
secchezza e fragilità delle foglie
inconsistenza al tatto
tiraggio eccessivo
fumo caldo e acre
-temperatura insufficiente:
fenomeni di sfogliazione quando tornano a temperatura normale
aumento artificioso della U.R.
umidità eccessiva
formazione di muffe
consistenza sgradevole al tatto
rigonfiamento della tripa con pericolo di cricche sulla capa
corpo impastato con difficoltà di tiraggio
spegnimenti incongrui e fumata fastidiosa
fumo pesante e forte
-umidità insufficiente:
perdita di elasticità
diminuzione di sapore e aroma
combustione irregolare 
Conservate bene i vostri sigari, BUONE FUMATE A TUTTI!

2 commenti:

  1. che l'u.r. non vada regolata in funzione della temperatura è una cavolata mostruosa, ci sono numerosi studi sul tabacco (il primo mi pare essere del 1965) che constatano che il tabacco a parità di UR nell'aria (NB non di U tot ma di UR) assorbe differenti quantità di acqua in funzione della temperatura. parlo di studi pubblicati su riviste scientifiche autorevoli, di cui ho anche le copie. inoltre siccome sono un ficcanaso ho fatto personalmente le prove a u.r. variabile e temperatura costante e a u.r costante e temperatura variabile, pesando poi i sigari con bilancia di precisione e seccondoli in stufa a 105 gradi per 24 ore per ottenere la sostanza secca, il risultato conferma sostanzialmente gli studi fatti in passato, a temperature più alte occorre abbassare l'UR per mantenere la stessa percentuale di acqua nel tabacco, che deve attestarsi attorno al 14%, il che si verifica a 18° al 70% di UR e, per esempio, a 23° al 67% di UR

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  2. prendiamo nota della precisazione correttissima di Zap, in effetti il post dice un inesattezza, anche secondo noi l'u.r. va comunque regolata in base alla temperatura.
    Rettifichiamo quindi quanto scritto sopra, dove errato.

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