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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

30 aprile 2014

Fumiamo insieme: Partagas Lonsdale

Cepo: 42  Largo:165
Vitola de Galera: Cervantes
Numero de Vitola: 503
Confezionamento: box25
Cuno: SUA JUN01

È sempre emozionante fumare un sigaro cosidetto "vintage", perchè la mente viene proiettata anni indietro e nascono così discussioni con gli amici intorno al tavolo, impregnate dall'eccezionalità del puro che si ha tra le mani.
Per chi non fosse avvezzo al mondo dei sigari datati, si parla di sigaro vintage, quando ha minimo dieci anni di età, mentre si parla di "aged" quando ha cinque anni almeno.

Il Partagas Lonsdale è un sigaro straordinario, uno dei più grandi rimpianti dei fumatori moderni alla pari del Connaissuer no.1 e ho deciso di condividere questa emozione con altri amici del Cigar Club Bergamo, fumandone insieme un box pochi giorni fà e disquisendone con loro.
Prima di accendere il Lonsdale ho spiegato ai presenti che parliamo di un box del 2001, un anno difficile per la scuola di torcida cubana, segnata di prodotti discontinui a dispetto dell'ottima qualità del tabacco e da un importante ricambio generazionale dovuto anche all'aumento della richiesta.
All'apertura del box sono emersi aromi intensissimi di un tabacco eccellente, ho fumato altri sigari vintage, ma i profumi emanati da questa scatola superano sicuramente glia altri.
A crudo è molto bello, la capa colorado claro liscia e setosa, ben tirata, qualche leggerissima venatura, riempimento eccellente e bello "pesante", sintomo della presenza di una buona quantità di materia prima.
La preparazione della fumata di un sigaro di qualche anno è per certi versi simile a quella di un vino invecchiato, quest'ultimo viene stappato qualche ora prima per permettere la decantazione e aprire al massimo il bouquet aromatico, nel sigaro invece l'accensione viene preceduta, dopo il taglio, da una serie di puff a crudo, che favoriscono il riemergere di aromi e sapori assopiti.
Il primo tercio esprime subito tutte le potenzialità di un tabacco di una qualità e nettamente superiore alla media, il tiraggio è serrato ed il corpo del fumo pur non essendo pieno, è un esplosione aromatica unica, un concentrato di emozioni, la forza è medio bassa.
Nel secondo tercio la musica cambia, il tiraggio inizia ad aprirsi e la forza aumenta sensibilmente e la tipicità Partagas esce fuori. 
Leggerissime note pepate e una nota tostate che accompagnerà tutta la fumata.
Il finale è sontuoso, il volume e corpo del fumo aumenta, la qualità aromatica rimane finissima e la forza raggiunge picchi insperati all'inizio con una forza nicotinica di tutto rispetto, sorprende l'incredibile equilibrio durante tutta la fumata.
Lo fumo fino a scottarmi le dita
Per concludere: La quintessenza del sigaro!
Un evoluzione da manuale, una persistenza lunghissima e aromi di una finezza strabiliante, un puro da fumatori di vecchia data.
Una degustazione che deve essere assecondata e condotta con pazienza per essere sfruttato in pieno ogni singolo particolare di questo "monumento" dell'arte sigarofila cubana.
Si sconsiglia qualsiasi tipo di abbinamento alcolico, che rischia di alterare le finissime percezioni organolettiche.
Dare un voto a questo Lonsdale, sarebbe irrispettoso verso lo stesso, raggiunge livelli che sfiorano la perfezione.


26 aprile 2014

UN BANANO VESTITO DA CUBANO



Noi amanti del sigaro siamo conosciuti da amici, parenti e vicini di casa per la passione del fumolento;
ci guardano incuriositi, a volte con invidia e spesso con odio per il “pro-fumo” delle nostre scorribande fumose.

Quando uno dei nostri conoscenti parte per un viaggio a Cuba non può fare a meno di pensare alla nostra passione e portarci un souvenir fumoso dai luoghi visitati.

Al ritorno a casa ci invita a cena per sorseggiare il rum e raccontarci il viaggio nei minimi dettagli proiettando le 2000 foto fino a farci fumare gli “ammennicoli”, solo a quel punto ci dona il pacchettino ricordo che nel 90% dei casi è una scatola di 5 Cohiba.

Alla vista dell’omaggio iniziate ad indagare se ha visitato qualche produttore e dove siano stati acquistati; il carissimo amico ovviamente è fiero di dirvi che quelli arrivano direttamente dal produttore come fosse un mazzo di ravanelli appena colti, freschi da mangiare.

Terminata la serata vi congedate pronti per portarli di corsa a casa e riporli, con tanto amore nel vostro humidor come fareste con un pesciolino rosso che è rimasto troppo tempo fuori dalla boccia di vetro.

La giornata seguente, ormai smaltito il rum, diventate più diffidenti e dubbiosi:  aprite delicatamente, il coperchio del’humidor scrutando i nuovi arrivati che riposano e...…sentite un tonfo al cuore:
notate subito che i nuovi Cohiba sono più corti di circa un centimetro, siiiiiiii…...erano a fianco dei gemelli che tenete in humidor da anni e…… questi nuovi arrivati sono più corti (sarà per il jet-lag?)

Poi ne togliete uno e vi accorgete che l'anilla e incollata male avvolta su se stessa, quasi a coprire il logo, la scritta è leggermente imperfetta con piccole sbavature di bianco, ed infine nel pressare il vostro adorato sigaro,  notate una strana consistenza, quasi fosse di legno.

Vi accingete a tagliarlo e quasi il tagliasigari si piega, anche se avete capito che è un FALSO CUBANO non demorderete perché vi è costato sorbirvi 2000 fotografie e allora provate ad accenderlo, con il fiammifero, poi l’accendino,  infine con il jet flame ma fa solo gran fumo come fosse un tizzone di legno umido. 
Infine non fate altro che gettarlo a terra e saltarci sopra con rabbia fino a far apparire le FOGLIE DI BANANO ricoperte da una pellicola sottilissima di tabacco o se siete fortunati noterete il ripieno di tabacco ma della peggior qualità.
Dopo alcune settimane l’amicone inizierà, tutto orgoglioso, con le frecciatine: com’erano i sigari? Li hai già fumati? ……e in quel momento, vi morsicherete la lingua, incomincerete a pensare a quanto taccagno sia stato il caro amico nel comprare i sigari alle bancarelle o semplicemente che LA PROSSIMA VOLTA CHE PARTE UN AMICO PER CUBA GLI GIRERETE QUESTO POST.
Buon banano a tutti

24 aprile 2014

Nasce Habano Auction, sito per collezionisti ed investitori. (Habano Auction, the website for collectors and investors)

Il conto alla rovescia è iniziato, poco meno di venti giorni e sarà attivo Habano Auction, il primo sito al mondo dedicato alle aste di sigari cubani in tempo reale. Come tutti sappiamo esistono sia case d'asta che battono sigari da collezione, sia negozianti che fanno aste online per i propri clienti, ma Habano Auction è qualcosa di diverso, si tratta infatti di una sorta di e-bay dei puros, in cui ognuno da casa potrà mettere all'asta i propri sigari da collezione o da investimento, e qualcun altro da tutto il mondo potrà fare la sua offerta per i prodotti in questione. Attendiamo con ansia questa novità nel panorama sigarofilo, sicuri che possa dare ulteriore slancio al mercato collezionistico dei nostri amati puros. Di seguito i contatti, nell'attesa dell'inaugurazione del sito:
www.habanoauction.com.mt
info@habanoauction.con.mt
Facebook: https://www.facebook.com/pages/Habano-Auction/593510327412146?ref=ts&fref=ts
Twitter: @habanoauction

The countdown has begun, in twenty days will be online Habano Auction, the first website in the world dedicated to real-time Cuban cigars auctions. As most of you probably know, is quite common to find cigar auctions online, both e-shops and (generic) auction houses are indeed used to offer to their customers some auctions of rare cigars. However Habano Auction has another scope, the idea is to launch a sort of e-bay for cigars, where people all around the world can launch an auction and obtain bids from other collectors and investors. We are looking forward this new tool that can lead to significant increases in the exchange of collectible cigars. Meanwhile, you can find below the list of contacts:
www.habanoauction.com.mt
info@habanoauction.con.mt
Facebook: https://www.facebook.com/pages/Habano-Auction/593510327412146?ref=ts&fref=ts
Twitter: @habanoauction


Fumiamo insieme: NICARAO ANNO VI – Gordito


PAESE: Nicaragua
Wrapper: Nicaragua, Jalapa
Blinder: Nicaragua
Filler: Nicaragua
Largo: 105 mm
Grueso: 20 mm
Vitola de Galera: Petit Robusto
Cepo: 50
Alla vista si presenta con la doppia anilla dai colori primaverili che riassumono anche le sensazioni che mi ha trasmesso durante l’intera fumata.
Sigaro di buona costruzione, con fascia uniforme Colorado/Colorado Maduro, liscia, senza venature pronunciate; al tatto secco e vellutato.

A crudo emana un profumo di media intensità con buon aroma di fieno e legno.

Al palato un fumo gradevole, cremoso, asciutto al punto giusto: leggermente sapido e piccante nella prima parte a cui si aggiunge un lieve tono acido molto gradevole.

La fumata inizia con un grado medio-forte per prosegue nella parte centrale con una forza media e salire a forte sul finale; buona anche la quantità di fumo grazie al tiraggio eccellente. 

Pur essendo un piccolo sigaro, l’intensità degli aromi e buona, con un crescendo di legno, pepe, che prepara dopo il primo tercio all’innesco di aromi floreali, un tripudio di erbe aromatiche e fieno, per chiudere con l’aroma speziato e di caffè che ricorda altri prodotti del Nicaragua.



Per tutti i 60 minuti della fumata che definirei piena ed appagante, la combustione è rimasta regolare, costante anche nelle pause, con una elevata temperatura del braciere che mi ha dato filo da torcere per poter assaporare anche gli ultimi centimetri della mia “vittima”. La cenere è compatta, bianca, leggermente striata.

La fumata è di qualità fine con un buon equilibrio complessivo e soprattutto con un prezzo competitivo (eur 5.50) adatto ad un pubblico ampio e variegato.

Mi ha lasciato una piacevole sensazione primaverile lo definirei perfetto per dimensioni e intensità alle fumate estive, da gustare comunque in relax per la forza non banale, adatto anche a un dopo-pasto leggero, aperitivo.



L’abbinamento ad un Armagnac la trovo buona anche se durante la stagione calda si abbina alla perfezione con un caffè freddo shakerato assolutamente non zuccherato che ho molto apprezzato nella seconda parte della mia fumata.


14 aprile 2014

Educare il palato


Quante volte abbiamo sentito o letto qualche recensione in cui c'è scritto che per comprendere un certo sigaro il palato va educato, che è un prodotto per soli intenditori, che non è un sigaro per neofiti, ecc. In queste frasi può esserci un fondo di verità oppure di millanteria da parte di chi scrive, come a "buttare le mani avanti" per pararsi da eventuali critiche sulle recensioni e le impressioni riportate per un certo prodotto. In realtà il palato va

12 aprile 2014

Fumiamo insieme: CAMACHO Criollo Monarca Tubos


Vitola de galera: Robusto
Vitola de salida: Monarca
Largo: 124
Grueso: 50
Wrapper: Honduran Criollo ’98
Binder: Authentic Corojo
Filler: Honduran Criollo and Piloto Cubano (Dominican)

Camacho, con la sua linea Corojo è per me uno dei brand di riferimento; lo fumo spesso e volentieri, è un classico.

Il sigaro fumato per questo articolo è invece il Criollo Monarca Tubos, unico esponente italiano per questa linea.

La Criollo e la Corojo sono due linee di Camacho che probabilmente ogni fumatore di sigari caraibici ha visto esposti nei propri tabaccai di riferimento, soprattutto dopo la recente scelta di offrire i robusto unicamente in tubo d’alluminio, o per meglio dire l’importazione italiana (e forse Europea) dato che c’è un anillamento, oltre che un package, diverso dalle versioni oltreoceano.
…Voglia di dare maggior lustro al pezzo? Proporre la “linea economica del brand Davidoff” ad un pubblico di fumatori occasionali che prediligono la praticità? Non ho una risposta; personalmente non sentivo il bisogno del tubo sopra un sigaro già protetto dal cellophane (con conseguente aumento di prezzo da 6.5 a 7.9).

Riflessioni a parte, questo monarca ha una facia colorado con toni dorati, luminosa ed uniforme. Vellutata.
Ottime alla vista la costruzione ed il regolare riempimento.
I sentori a crudo sono ammalianti ed intensi di terriccio, stallatico e muffa umida.

Dopo l’accensione c’è un attacco sapido e leggermente piccante , ed al naso aromi di terriccio, cuoio, cacao e noce.
Nel terzo centale c’è un’apprezzabile evoluzione con un punta di dolce in bocca ed aromi di spezie e caffè.
Nell’ultimo terzo i sapori virano in asprigni ed amari.
La forza si aggira intorno a media, forse medio-forte.

Tiraggio eccezionale, ma combustione scomposta, presuppongo a causa di una crepa che si è formata nella capa durante la fumata, che l’ha rallentata nei suoi pressi (vedi foto).

In conclusione è un sigaro con buoni aromi a crudo ed anche in fumata, ma non entusiasmante e dai sapori piuttosto altalenanti.

Personalmente non rimpiango la mancanza delle altre vitole e non ho trovato un motivo per sostituirlo al pari modulo Corojo.

Apparenza e Costruzione: 4/5
Tiraggio e Combustione: 3.5/5
Forza: 3.5/5
Sapori: 2/5
Aromi: 3.5/5
Evoluzione: 2.5/5
Equilibrio: 3/5
Complessità: 3/5
Finezza: 3/5
Valutazione generale: 3/5

http://sigari.ilmanc.it/camacho-criollo-monarca-tubos/

11 aprile 2014

Fumiamo insieme: NICARAO Especial

NICARAO è stato creato da DIDIER HOUVENAGHEL, conosciuto da molti appassionati per i recenti tour italiani di presentazione delle sue “creature”; giovane ma tecnicamente molto preparato, ha saputo creare sigari innovativi grazie a nuovi blend di tabacchi e ai metodi di maturazione e fermentazione degli stessi. I sigari NICARAO sono fatti a mano con le migliori foglie di tabacco selezionate e coltivate in Nicaragua.
Varietà di Tabacco: Criollo 98 con l'aggiunta di una foglia di Criollo 99. Tabacchi prodotti nelle zone di Estelì e Jalapa, invecchiati da 2 a 5 anni e mezzo, quindi oltre gli standard medi di mercato (da 6 mesi a 4 anni), che conferiscono al sigaro maggiore rotondità e complessità aromatica. 
VITOLA DE SALIDA: Hermoso (internationa Shape) 
VITOLA DE GALERA: Corona Extra (International Shape)
LARGO: 140
GRUESO: 48
TRIPA: Nicaragua
CAPOTE: Nicaragua
CAPA: Rosado Habano – Nicaragua, Jalapa




ALLA VISTA:  l’anilla a doppia fascia e le dimensioni del sigaro sprigionano eleganza, si recepisce la costruzione molto buona e la selezione meticolosa delle foglie, superiori alla media della medesima fascia di prezzo.

A CRUDO: dal piede piacevoli profumi erbacei e sentori di fieno che appagano l’olfatto.

AL TATTO: ben costruito, una capa maduro, oleosa e setosa, priva di venature con ottimo grado di riempimento.

SAPORI:  asciutti e piccanti sino al secondo tercio con un finale più morbido.

AROMI:  la complessità e intensità aromatica che parte dagli aromi di terra, cuoio, legno e sottofondo di spezie, per crescere verso il caramellato, tostato e frutta secca.

FORZA: media
 


PRIMO TERCIO: all’accensione il legno e le spezie predominano, con un sentore di pepe tipico della zona di origine; la fumata prosegue asciutta con forza media, si percepiscono nettamente note speziate che non stancano ne pregiudicano l’equilibrio aromatico. Ottimo tiraggio e una combustione perfetta.
SECONDO TERCIO:   permane la medesima paletta aromatica ma verso la parte centrale si nota una prima evoluzione verso note di cacao/cioccolato, la cremosità si schiude e subentrano note di nocciola, noce per sfociare poi in un gusto quasi caramellato, liquoroso, molto suadente. 
NEL FINALE: la forza passa a medio-forte, lievemente tannico, prevalgono le erbe aromatiche. La cenere è solida, compatta, di colore bianco.

SITUAZIONE IDEALE:  dopo i pasti
COMPLESSITA’:  ottima
EVOLUZIONE:  discreta
PERSISTENZA: Buona
EQUILIBRIO: Buono/Ottimo
FINEZZA:  buona/ottima
TEMPO DI FUMATA:  da 60 a 90 minuti 
PREZZO:  8,00 euro
ABBINAMENTO IDEALE:   LAGAVULIN 16 o per chi non ama il torbato un GLENNFIDDICH 18

Una fumata molto equilibrata, appagante, rotonda ed elegante, un blend realizzato magistralmente ad un costo adeguato

10 aprile 2014

Un po' di élite non si nega a nessuno

immagine da sigariavana.it
Prendo spunto dalle recenti discussioni su Cigarforum.it, nate a seguito delle news riguardanti il lancio della tanto attesa nuova edizione dell'enciclopedia di Min Ron Nee (An Illustrated Encyclopaedia of Post-Revolution Havana Cigars), considerata per antonomasia la bibbia dei sigari cubani. Io ho la prima edizione di questo libro, pagata mi pare attorno ai 120 euro (già un prezzo a mio avviso oltre il valore intrinseco), che se oggi rivendessi mi frutterebbe probabilmente non meno di 400 euro. Questa premessa è d'obbligo per iniziare a delineare l'aura élitaria che l'autore ha voluto dare a questa opera, giacchè per la nuova edizione si parla di sole 2000 copie stampate, alla modica cifra (già scontata) di 5000 dollari per 6 volumi... certo era necessario il cabinet di bambù di dubbio gusto per dare un'aura più esotica al tutto e giustificare questo sproposito nel prezzo... Ora, mi chiedo, non senza un po' di amarezza, se sia davvero necessario tutto questo, se il mondo del sigaro non stia nuovamente virando (ammesso che abbia davvero mai cambiato rotta) verso un mondo esclusivamente élitario, in cui anche la conoscenza è da riservare a pochi eletti (per altro eletti dallo status economico). Mi chiedo se la ragione di questo non sia da ricercarsi nel nostro (anche mio) approccio verso certi prodotti, nella ricerca spasmodica dell'esclusività, della serie limitata o regionale, del prodotto vintage, eccetera, che difficilmente giustificherà il suo prezzo con la qualità espressa, e che toglie la materia prima di qualità, che è sempre meno, alle produzioni regolari, alimentando questo circolo vizioso verso l'esaltazione del prodotto blasonato. Mi chiedo se abbiamo perso di vista, e parlo delle associazioni e dei gruppi di appassionati, l'obiettivo primario per cui tutti, o quasi, abbiamo fondato o partecipato a gruppi di questo tipo, e cioè la condivisione di una passione, non di uno status symbol, e non per ostentare qualcosa ma per dividere un piacere con altri. Stiamo probabilmente ricadendo nella cosiddetta sindrome del telepass: se passiamo col telepass e nei caselli vicini non c’è nessuno, il nostro stato d’animo non cambia. Se i caselli vicini sono pieni di gente in coda che aspetta col biglietto in mano, siamo invece più felici. Ma perché non eravamo felici prima? perché quello che ci rende felici non è l’idea di passare, è l’idea che non passano gli altri. Allo stesso modo quanto dell'emozione di fumare un sigaro vintage o una limitata è qualità del sigaro stesso, e quanto invece è la consapevolezza di assaggiare un prodotto per pochi eletti?
Mi chiedo se il sigaro non possa tornare (o arrivare) ad essere per tutti una ragione di incontro conviviale, fruibile tanto allo studente curioso ma squattrinato, quanto al ricco professionista fumatore di lungo corso, e mi domando se non dovremmo essere noi, appassionati e comunicatori, a fare da trendsetter in questo senso, iniziando a dare un po meno risalto alle produzioni e agli eventi élitari, in favore di sigari ed attività più alla portata di tutti. Me lo chiedo e mi rispondo che difficilmente accadrà, perchè se lo si fa unilateralmente si viene tagliati fuori, e collettivamente, è difficile che chi ha comprato prodotti con interesse collezionistico ponga in essere azioni atte a svalutare il proprio investimento. In quest'ultima categoria seppur in piccolo ci ricado anche io, ma siccome il collezionismo non supera la passione, ho deciso di concedermi il lusso (perchè è un lusso molto grande al giorno d'oggi) dell'onestà intellettuale, condivisa in questo post,  indipendentemente dagli interessi.

07 aprile 2014

Fumiamo insieme: SAINT LUIS REY – REGIOS

VITOLA DE SALIDA: Regios
VITOLA DE GALERA: Hermosos n.4 da molti confuso con il Robustos per la similitudine

LARGO:   127 mm
GRUESO: 48

TRIPA:   Cuba
CAPOTE:   Cuba
CAPA:   Cuba
FORZA:   Media

Questo sigaro ha le sue origini a Cuba, prodotto dalla fabbrica fondata nel 1940, le foglie di tabacco sono della migliore qualità, provenienti dalla zona di Vuelta Abajo, vicino a Pinar del Rio, un sigaro eccezionale;
una produzione limitata di soli 60.000 sigari all'anno per mantenere un alto livello qualitativo, un punto di riferimento per molti appassionati per qualità, equilibrio ed evoluzione.



CURIOSITA’: aveva fama di essere uno dei preferiti da Frank Sinatra negli anni '40 quando faceva regolarmente viaggi a L'Avana.

A CRUDO: i profumi sono di intensità media con note di cacao e grani di caffè, direi molto raffinato.

ALLA VISTA: si presenta con una costruzione molto buona, capa liscia, colorado maduro, luminoso, dai toni dorati, uniforme e senza venature in rilievo

AL TATTO: lo definirei setoso, con riempimento regolare.

Durante la fumata nesun problema di combustione, direi perfetta dopo il primo taglio troppo “avaro” della perilla che ho rettificato per aprire il tiraggio, solitamente abbastanza serrato per questo sigaro.



SAPORI: un equilibrio tra dolce e amaro accompagna l’intera fumata

AROMI: un sigaro pieno di aromi, mai noioso, lo definirei un susseguirsi di note ad un ritmo ben orchestrato.

PRIMO TERCIO: parte con una buona complessità con aromi leggermente dolci di spezie, e terra per crescere con note legnose molto gradevoli

SECONDO TERCIO: qui la forza cala, passa da medio/forte a media con percezioni crescenti di aromi di cacao, aromi tostati e caffè

NEL FINALE, si ritrova la forza iniziale e gli equilibri tra aromi tostati e le spezie con una buona persistenza, molto appagante. La cenere è chiara e compatta, non si stacca facilmente



SITUAZIONE IDEALE: dopo i pasti

ABBINAMENTO: whisky single malt che ho voluto forzare con un torbato LAGAVULIN 16, direi ben accoppiato al sigaro che potrebbe accompagnarsi anche ad un Porto

EVOLUZIONE: BUONA
INTENSITA’: OTTIMA
TEMPO DI FUMATA: 45/50 minuti
RAPPORTO QUALITA’/PREZZO: OTTIMO (8,50 eur)
INVECCHIAMENTO IDEALE: periodo ideale di invecchiamento tra i 5 e 10 anni

Sigaro dagli aromi intensi, con un’ottima complessità e intensità aromatica, un sigaro formidabile soprattutto se invecchiato oltre i 3 anni (esemplare da me fumato)

06 aprile 2014

Degassificazione dei sigari... Funziona!!


Il tam tam tra gli appassionati è iniziato quando il grande Didier Houvenanghel, grazie all'impegno di Aniello Buonincontro di Cigars & Tobacco, ha condotto una serie di eventi in nord Italia il mese scorso, in cui ha illustrato le tecniche di produzione e degustazione dei sigari, riportando in auge in chiave diversa la tecnica della degassificazione dei sigari. Didier è un innovatore, e su questo non ci piove, parla chiaro la qualità dei suoi prodotti, e in questo senso ha rivisitato in chiave moderna una tecnica, in realtà poco usata, almeno nel nostro paese, ma di cui chi vi scrive aveva già sentito parlare diversi anni fa. Risale infatti al 2001 un post sul forum della CCA, del buon Marco Odescalchi alias Odolo, indubbiamente esperto del fumo lento (di li a poco sarebbe stato uno dei fondatori del Cigar Club Ambrosiano), che consigliava a chi gli chiedeva se un sigaro si potesse riaccendere il giorno seguente, di soffiare energicamente nel sigaro acceso, e nuovamente una volta spento, al fine di eliminare parte dei residui di combustione depositati lungo il cannone, per rendere meno sgradevole il sigaro alla riaccensione (in realtà il consiglio in prima battuta era quello di non fumare un sigaro in più riprese, e questa era la seconda opzione, qualora proprio non se ne potesse fare a meno). Io che in quegli anni, dopo un po di sperimentazione casuale di prodotti, iniziavo a documentarmi più approfonditamente sul mondo del fumo lento, notai quel post, e feci un tentativo con i toscani (i caraibici li fumavo per intero) con risultati abbastanza soddisfacenti rispetto alla riaccensione senza "degassificazione", però non mi curai più di tanto di questa tecnica, finchè il 14 marzo scorso, nella tappa di Bergamo ho visto Didier che ne parlava, in chiave e con scopi diversi.
Partiamo dal presupposto che il sigaro va fumato comunque intero, e che l'accumulo dovuto all'autofiltraggio del fumo lungo il cannone ha una componente sul gusto della fumata, e sulla sua evoluzione, in questo contesto Didier ha sottolineato il fatto che se da un lato il sigaro intensifica le connotazioni organolettiche grazie al fatto che filtra se stesso, dall'altro gli aromi e i sapori più decisi si accumulano e coprono gran parte di quelli più lievi, specialmente a fine fumata, ed ecco che ha "tirato fuori dal cilindro" la tecnica della degassificazione con la nuova accezione che vi vado a descrivere.
Quando siete circa a metà fumata eliminate completamente la cenere dal braciere, prendete un bel respiro, avvicinate l'accendino alla brace, fate un minuscolo puff di un secondo per far entrare la fiamma nel braciere, quindi soffiate energicamente dentro al sigaro, noterete che dal piede acceso si svlilupperà una fiamma molto rigida, simile a quella di un jet flame, che durerà per alcuni secondi (a volte anche 15-20 a seconda dell formato del sigaro), la fiamma è il risultato dell'espulsione dal cannone di residui che si sono accumulati fumando, e l'effetto "camino" dato dal soffio e dalla fiamma stessa accentuano la "pulizia" rispetto alla stessa operazione eseguita senza accendere il braciere. Va detto che ci vuole un po per arrivare a fare una degassificazione efficace, ma quando ci riuscirete apprezzerete immediatamente un gusto "rinnovato" di fragranza simile a quella dei primi puff ma con note diverse rispetto a quelle di inizio fumata. Tutto questo ovviamente a patto che la liga e la disposizione delle foglie di tripa sia stata fatta con criterio. In altre parole è una tecnica molto efficace e valida per i sigari di buona qualità, poichè su sigari scarsi non farebbe altro che penalizzare la poca evoluzione data esclusivamente dall'autofiltraggio del fumo. Che altro aggiungere? provare per credere! e non scoraggiatevi se ai primi tentativi non vi riesce a dovere !!

05 aprile 2014

Riserva Ducale alla prova del fuoco

Premetto, come sempre in questi casi, che quella che vi accingete a leggere non è una recensione, che presupporrebbe l'aver fumato più di un esemplare dello stesso sigaro e/o l'aver mediato i risultati di una degustazione collettiva, si tratta invece di una serie di impressioni rilevate dopo aver fumato un unico esemplare, umidificato per circa 3 settimane (2 dal tabaccaio e una nel mio walk in). Detto questo mi accingo a descrivervi questa fumata, che parte con un analisi a crudo non senza sorprese. I sigari si presentano abbastanza uniformi nella scatola, sono della stessa lunghezza dei Doge, ma di diametro leggermente superiore sia alle estremità che al centro, il colore risulta più scuro e con tonalità che tendono al bruno-rossiccio, mentre il Doge ha toni più dorati. Ma la vera sorpresa si palesa al naso, con un netto e spiccato aroma di grano maturo, a tratti l'ho definito di vitamina E (le capsule che si trovano in farmacia, contenenti "l'olio" di tocoferolo), anche se non sono solito ricercare aromi così specifici nei sigari, in questo caso non ho potuto fare a meno di soffermarmi a ragionare più approfonditamente vista la nitidezza di questo sentore, che di primo acchito ho faticato a riconoscere. Questo primo dato mi conferma quanto già rilevato negli altri sigari della gamma, e che viene ulteriormente ribadito in fumata, ovvero la non comunanza del Nostrano del Brenta con altri sigari, ne toscani, ne caraibici.
All'accensione il sigaro parte con una nota amara, che si protrarrà per tutta la fumata, affiancata a tratti dal dolce e dal sapido, sempre in fase iniziale compare un sentore a metà tra il metallico ed il minerale, manca purtroppo il bilanciamento di una nota acida, e questo rende la fumata un po' "dry" per tutta la sua durata. L'ingresso si porta dietro la nota di grano avvertita a crudo, affiancata a toni di frutta secca e legno appena accennato. La forza è medio leggera, e sarà l'unica caratteristica ad evolvere regolarmente per tutto il sigaro, fino ad assestarsi su livelli medio alti nel finale. Non altrettanto si può dire per gli aromi, che invece si appiattiscono dopo il primo terzo e restano costanti fin oltre la metà del sigaro. Se la valutazione si fermasse a metà fumata sicuramente non sarebbe delle migliori, per fortuna sul finale sia il palato che il naso sono nuovamente stimolati, svanite le note metalliche infatti, compare una piacevole sensazione piccante, associata ad aromi di spezie e di cuoio che rilanciano il sigaro sul piano qualitativo generale.
Discreti l'equilibrio e la complessità, media l'evoluzione, buone la persistenza e la finezza aromatica, non ho riscontrato particolari difetti di combustione ne di tiraggio. Nel complesso un sigaro di qualità media, che trova un suo spazio in ragione del fatto che, come il resto della gamma, rappresenta un elemento  di novità per i palati dei fumatori, grazie alle caratteristiche diverse rispetto al resto dei prodotti in commercio. Limitatamente al sigaro da me fumato il valore oggettivo non raggiunge il prezzo pagato, si tratta di un sigaro che dovrebbe uscire sul mercato ad un prezzo comparabile o di poco superiore al Doge, non sono convinto del fatto che il lungo invecchiamento dei tabacchi, dichiarato dal Consorzio produttore (di cui non discuto l'attendibilità), sia di assoluto beneficio per questi tabacchi, così come non lo è per certe produzioni caraibiche (penso ad esempio ad alcune marche honduregne, che vantano invecchiamenti similari delle foglie, per i loro prodotti). Sicuramente un sigaro da riprovare, che non ha però a mio avviso alcun interesse dal punto di vista collezionistico. Discutibile la qualità della scatola, che seppur ben rifinita non è adatta ai sigari in generale, anche se questi sono, come nel caso di specie, confezionati in cellophane.


03 aprile 2014

Fumiamo insieme: TRINIDAD Ingenios edizione limitata 2007


Vitola de galera: Cenvante
Vitola de salida: Ingenios
Largo: 167
Grueso: 42
Tripa: Cuba
Capote: Cuba
Capa: Cuba

Da sempre Trinidad è un brand che stimo molto. È sobrio ed elegante, ed uno degli ultimi a accettare il trend d’ingrassamento dei suoi sigari.

Questo esemplare ce l’ho da un po’ ed ho aspettato nel fumarlo anche condizionato da quello che sembra esser stato uno scarso appeal del mercato nei suoi confronti (almeno ai tempi della sua commercializzazione).

Questo lonsdale si presenta con una capa maduro, poco luminosa e purtroppo leggermente secca (non in termini di umidità, bensì di quantità di olii essenziali residui).
Le venature ben in vista non mascherano la sua buona costruzione con un riempimento regolare.

Per quanto sopra detto, i profumi a crudo sono lievi, ma si distingue nettamente frutta secca ed in particolare il dattero (retronasale).

Dopo l’accensione trovo nel primo terzo aromi fievoli di caffè e sentori di “cartonato”, che se non sbaglio sono indicativi di un’alta ossidazione (cattiva conservazione). La forza è medio-leggera ed i delicati sapori sono sapidi con punte piccanti.
Nel secondo terzo c’è una netta quanto piacevole evoluzione verso sapori graditamente amari ed al naso ricordi di cuoio insieme ad un pieno e molto interessante aroma di torba.
L’evoluzione interessa anche la forza che vira in media.
L’ultimo terzo conserva i sentori torbati con l’aggiunta di raffinati toni tostati. I sapori restano amari; un amaro intrigante dato dal torbato e tostato, non dall’acredine del tabacco eccessivamente bagnato.

Tiraggio e combustione sono puntuali e costanti; la cenere friabile.

Posso commentare che tanta è la delusione del primo terzo e mezzo, quanto il dispiacere nel dover abbandonare la restante parte.

Mi piacerebbe approcciarlo nuovamente per degli abbinamenti beverini.

Apparenza e Costruzione: 4/5 
Tiraggio e Combustione: 4.5/5 
Forza: 4/5 
Sapori: 3/5 
Aromi: 3/5 
Evoluzione: 3.5/5 
Equilibrio: 4/5 
Complessità: 2/5 
Finezza: 3/5 
Valutazione generale: 3.5/5 

http://sigari.ilmanc.it/trinidad-ingenios-el-2007/

02 aprile 2014

Moscato di Scanzo e Doge per la chiusura di Fumare con Gusto

Stasera 2 Aprile ore 21, nella sede del Cigar Club,via Broseta 18-Bergamo, ultima grande serata del ciclo FUMARE CON GUSTO con Manuel Biava che illustrerà i segreti dei suoi grandissimi e pluripremiati Moscati (Exenthia/Moscato Giallo e Moscato di Scanzo)
Si fumerà Nostrano del Brenta "il Doge" alla maremmana!
Contributo serata 35€
Ci sono ancora a disposizione 6/7 posti, non mancate e prenotare il vostro
Mail: info@cigarclubbergamo.com
Cigar Club Bergamo...mas que un club!

01 aprile 2014

Fumo nel Bicchiere, un "tool" utile per degustazione e abbinamenti

Il bicchiere non è soltanto uno strumento utile per la degustazione di vini, distillati e altre bevande, ma si può rivelare adatto anche alla degustazione di sigari. Il fumo è etereo, e come tale da il suo massimo nella percezione olfattiva, a differenza dei sapori e delle sensazioni palatali, che sono in tutto una decina, e della percezione della forza, che è possibile distinguere solo per grado d'intensità, gli aromi percepibili nel fumo sono molti di più. Anche se un singolo sigaro difficilmente esprime più di 6-7 aromi nel corso della fumata, e se quelli maggiormente percepibili nella stragrande maggioranza dei puros sono poco più di 10, esistono tante sfumature organolettiche che i sigari possono esprimere, e su cui vale la pena soffermarsi.
Ma come può esserci utile il bicchiere in questo contesto? Anzitutto per massimizzare le percezioni olfattive dobbiamo far si che una discreta quantità di fumo raggiunga le cavità retronasali, questo è possibile solo espellendo il fumo che abbiamo in bocca attraverso il naso, ma a volte può risultare aggressivo, inoltre, non tutti riescono fisiologicamente a far passare aria o fumo direttamente dal cavo orale al naso senza aspirarlo prima nei polmoni. L'alternativa è quindi raccogliere il fumo soffiandolo in un recipiente, tipicamente un calice che abbia la bocca un po' più piccola rispetto alla "pancia", ed annusarlo da quest'ultimo. In questo modo otteniamo due effetti, il primo è quello di avere nel bicchiere lo stesso fumo che abbiamo in bocca, e non quello che viene dal braciere, che come noto è diverso per caratteristiche organolettiche, ed il secondo è quello di ottenere un parziale raffreddamento del "puff" che riduce l'aggressività delle note più intense, lasciando spazio anche agli aromi più delicati che altrimenti sarebbero impercettibili.
Ma il bicchiere non ci viene in aiuto solo nelle degustazioni "stand alone", è infatti utilissimo anche negli abbinamenti (escludendo i cibi solidi ovviamente), e in particolar modo nella valutazione degli stessi, ad esempio quando si vuole decidere un particolare connubio da proporre ad un evento, o per definire, in una gamma di prodotti, quale sia quello più idoneo ad essere abbinato ad un certo sigaro. Come anticipato l'olfatto è il senso più coinvolto dal sigaro, e in linea di massima anche dalla gran parte dei vini, distillati e bevande (sicuramente di quelli abbinabili al fumo), quindi un buon connubio aromatico è un ottimo presupposto per un buon abbinamento. Si procede con la prevalutazione degli abbinamenti, versando dei "sample" dei diversi prodotti candidati ad essere degustati assieme al sigaro, in diversi calici, e soffiando un po' di fumo in ciascun bicchiere. Una volta portato al naso il recipiente si valuta l'equilibrio e l'armonia aromatica che esso esprime, e si preselezionano gli abbinamenti migliori, si procede poi tra questi all'assaggio vero e proprio, per stabilire se anche al palato l'abbinamento è ottimale. E' infatti possibile, anche se in rari casi, che un buon abbinamento al naso possa non dare un risultato ottimale in bocca (è il caso ad esempio di molti vini rossi coi puros), ma è praticamente impossibile che un cattivo risultato ottenuto con questo metodo di prevalutazione, dia un risultato migliore all'assaggio, anche se l'equilibrio gustativo risultasse bilanciato.

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